Antigua e quel debito speciale

Giovedì alla Camera dei Deputati il Governo ha risposto all’interpellanza urgente dell’Italia dei Valori sulla vicenda Berlusconi-Antigua. A rispondere c’era Carlo Giovanardi, non proprio una punta di diamante dell’esecutivo, ma pazienza.

Giovanardi ha risposto così sulla questione del debito cancellato ad Antigua:Per quanto attiene alla riduzione del debito dell’isola ho fatto una cosa semplicissima: ho telefonato al Ministero degli affari esteri e mi sono fatto dare l’elenco dei dieci, quindici, venti o trenta Paesi del mondo con cui l’Italia ha fatto la stessa cosa che ha fatto con Antigua.

In sostanza, abbiamo abbonato il debito a decine di nazioni estere, quelle che hanno i redditi più bassi del mondo. Basta andare a vedere. Fa impressione dire che l’Italia si è data da fare per abbonare il debito estero di quello Stato. Se uno, invece, va a controllare può verificare che l’Italia, che a livello mondiale è leader nell’aiutare i Paesi del terzo mondo, ha fatto giustamente la stessa operazione con altre decine di Stati che, apparentemente, possono sembrare anche più ricchi di quello. Così tutto rientra nella assoluta normalità. Pertanto, per quanto attiene alla riduzione del debito estero dell’isola, questa operazione rientra nell’ambito delle normali relazioni internazionali che l’Italia ha con tantissimi Paesi del mondo. È un’attività internazionale che l’Italia compie per rimodulare o cancellare il debito dei Paesi particolarmente indebitati.

Insomma normale routine.

Semplicemente non è vero.

Carlo Giovanardi è stato male informato in quella telefonata con il Ministero degli Esteri. Basta, appunto, verificare.

L’Italia ha cancellato il debito di diversi paesi. Lo ha fatto in base ad una legge dello stato italiano, la 209 del 25 luglio 2000: “Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati“. Quella legge e i successi decreti attuativi permettono di sanare le situazioni dei paesi poveri e più indebitati che vengono individuati con dei criteri stabiliti a livello internazionale.

Antigua e Barbuda non è mai rientrata in quei criteri.

Era sufficiente per il ministro Giovanardi andarsi a leggere la relazione che ogni anno il Ministro dell’Economia è tenuto a presentare al parlamento.

Antigua non è mai citata nemmeno per sbaglio. Non c’è nella relazione del 2004, non in quella del 2005. Non c’è in quella del 2007 o 2008 e nemmeno nell’ultima del 2009, dove Tremonti riassume tutti i casi di debito cancellato (euro per euro), dal 2000 al 2008.

Antigua non c’è. Non ci poteva essere.

La cancellazione del 90% del debito di Antigua nel dicembre del 2004 non è stato un caso normale. Non è stata routine.

A dirlo è la stessa Sace, la società pubblica controllata dal Ministero che nei fatti ha condonato il debito risalente agli anni ottanta. Nella relazione sull’attività per il 2004 al caso Antigua viene dedicato un paragrafo:

“..a livello di crediti incagliati, ricercando accordi transattivi con le controparti, anche avvalendosi della collaborazione di soggetti specializzati nella valutazione e acquisto del cosiddetto distress debt. Nel 2004 è stato raggiunto un accordo transattivo in questo senso per 14 milioni di euro relativo a crediti rimasti inesegibili per oltre 15 anni.”*

Sul perchè d’un tratto un debito estero viene condonato per il 90%, dopo venti anni e con procedure anomale rispetto a quelle normalmente utilizzate (“fuori club di Parigi”) è ancora un mistero. Piccolo se si vuole.

Così piccolo che forse basterà una telefonata di Giovanardi a smontarlo. O forse no.

————————-

Aggiornamento del 26 ottobre 2010: andiamo in soccorso noi di Carlo Giovanardi. Un altro paese ha visto condonato il proprio debito del 90% attraverso un accordo con Sace.

Si tratta di St. Kitts and Nevis, isolette vicine ad Antigua e Barbuda. Il debito era “gemello” di quello di Antigua, maturato sempre negli anni ottanta (1986) per la fornitura di tre aliscafi “fantasma”. E’ uno degli scandali della cooperazione denunciati negli anni ’90 dall’ambasciatore Rosellini (l’altro riguardava proprio Antigua e il debito accumulato con la costruzione da parte degli italiani del Royal Antiguan Hotel).

Il debito di St. Kitts e Nevis di 20 milioni di euro (fonte Sace) è stato cancellato però solo tre anni dopo quello di Antigua nel dicembre 2007 (governo Prodi) con il pagamento di 2,6 milioni di euro.

La vicenda ha di recente innescato un’accesa polemica politica nel piccolo stato caraibico.

Sulla storia dei tre aliscafi fantasma forniti dall’Italia il racconto completo è stato fatto da un apposita commissione d’inchiesta di St. Kitts.

*Nota: in altri documenti ufficiali la cifra si riduce a 10,5 milioni di euro.