Perchè abbiamo pagato per Feltri ?

<%image(pagare per feltri.jpg|800|416|pagare per feltri)%>Indovinello: lo scorso anno (2008 per il 2007) qual’è stata la testata (compresi periodici, tv, radio ) che ha incassato la cifra più alta dei contributi pubblici stanziati dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria del Governo Italiano ?

Risposta : Libero, quotidiano allora diretto da Vittorio Feltri (7.794.367,53 euro).

Lo stesso Vittorio Feltri che chiedendosi “perchè dobbiamo pagare per Santoro ?” ha lanciato domenica scorsa la sua campagna anti-canone Rai così:

Basta. Ho deciso di non pagare più il canone Rai. Mi ribello alla tassa inflitta a chiunque possegga un apparecchio televisivo. C’è chi va in piazza per difendere la libertà di stampa, che nessuno minaccia (semmai qualcuno ne abusa), e io sto a casa mia fermamente intenzionato a difendere la mia – la nostra – libertà di non finanziare le bischerate di Santoro e Floris . Per quale arcano motivo devo passare del denaro agli imbonitori della sinistra che insultano coloro i quali non la pensano come loro, li diffamano e li descrivono quali nemici della democrazia? Non ci sto perché ci sono programmi (quotidiani) che non voglio vedere né giustificarne la messa in onda contribuendo a finanziarli“.

Sostituire “Canone Rai” con “Libero” e “Santoro-Floris” con “Feltri-Betulla” e spedire in busta chiusa al neo direttore del Giornale.

Contributi editoria: 68% alla stampa cattolica

Aggiornamento: per evitare fraintendimenti è bene precisare che qui si parla di contributi all’editoria per gli organi d’informazione di proprietà di cooperative-fondazioni-enti morali. L’elenco che comprende anche quelli ai giornali di partito e alle cooperative di giornalisti sono stati pubblicati oggi pomeriggio e se vi va di darci un’occhiata li trovate qui.

Ho corretto in corsa anche il titolo del post perchè la percentuale dei beneficiari è sì il 75% ma quella dei contributi solo il 68%.

La risposta su chi detiene il record assoluto di contributi pubblici invece la trovate qui.

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Più che contributi all’editoria, quelli che stanzia la Presidenza del Consiglio assomigliano ad una specie di integrazione dell’ 8 per mille alla Chiesa Cattolica.

Oggi infatti sono stati pubblicati i dati riferiti ai contributi del 2008 per i mezzi di informazione periodica di proprietà di cooperative, enti morali, fondazioni.

Analizzando uno ad uno gli stanziamenti si nota che dei 137 beneficiari totali, 103 sono riferibili a pubblicazioni cattoliche, in percentuale il 75,2%.

Del totale degli 8 milioni di euro stanziati dal Governo (per la precisione 8.253.656) circa 5 milioni e mezzo (5.592.670,80 ovvero il 67,7%) vanno alla stampa cattolica in tutte le sue sfumature: dai Paolini all’ Eco del Chisone, dai Gesuiti alla “Vita Giuseppina” (la rivista mensile della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo che nel 2008 percepisce 27.900 euro di contributo).

Finanziate anche due riviste protestanti: quella dei Valdesi e quella degli “Avventisti del Settimo Giorno” che insieme totalizzano 91.000 euro.

Più generoso il governo con seguaci di Budda: le due riviste dell’Istituto Buddista Italiano si portano a casa circa 130.000 euro.

Nel resto dei trenta beneficiari “laici” dei contributi governativi, spicca la cifra di 312.000 euro (quella più alta di tutte insieme allo stanziamento per Famiglia Cristiana) a favore dei “Quaderni di Milano” ovvero “il giornale di chi viaggia o ci sta pensando“.

Prezzo di copertina (vantaggioso) fissato a 20 centesimi.

Il resto ce lo mettiamo noi.

Siamo tutti sotto copyright

Nella conferenza stampa di oggi del ministro Michela Vittoria Brambilla viene ripreso e ampliato il concetto di anti-italiani.

Anti-italiani sono i ristoratori dei conti gonfiati ai giapponesi, ma anche le opposizioni che criticano e danneggiano l’immagine del Paese.

Anti-italiano deve essere anche il meteo che secondo la Brambilla ha pregiudicato i conti turistici del mese di giugno: “come sapete è piovuto per ben 23 giorni” (eh ??)

La parte più divertente (e forse un filo più inquietante) è però venuta dal neo-responsabile dello staff del ministro Eugenio Magnani. Letterale:

il nostro compito principale è rendere consapevoli i giovani italiani di essere parte di questo brand (l’Italia), sentirsi fieri di far parte di questo marchio“.

Quasi come se non ci fosse che lui

Credo che qualcosa dica sulla qualità, anche formale, della nostra democrazia il fatto che si sia scelto di consegnare agli aquilani le prime palazzine del progetto governativo C.A.S.E martedì 29 settembre, giorno del 73° compleanno del Presidente del Consiglio.

Tanto più che la ditta altoatesina che ha vinto uno degli appalti, ha già consegnato, in anticipo, le case alla Protezione Civile lo scorso venerdì 18 settembre. Potete vedere gli appartamenti già arredati qui (da bando i tempi per arredarli completamente scadono domani 23 settembre).

Fare rimanere in tenda famiglie intere in attesa che qualcuno soffi sulle candeline forse è troppo anche per la Corea del Nord, dove al massimo per il compleanno di Kim Jong-il si cimentano nel nuoto sincronizzato.

L’inevitabile amore

Il valore della Rete sta anche nel poter dire che nel gran frastuono mediatico della tragedia di Saana la cosa più interessante e utile l’ho letta da Sergio.

I nostri figli vanno a scuola insieme, lavorano assieme, si parlano, si frequentano. È inevitabile che fra di loro nascano relazioni. Per gli uomini e le donne di fede questo mescolarsi è una manifestazione della volontà di Dio. Per altri un fatto inevitabile, naturale.

Quando i socialisti misureranno l’adsl

La certificazione della qualità e della velocità (non quelle strombazzate negli spot) delle adsl italiane è lasciata al buon cuore e alla fantasia degli stessi operatori che ti forniscono il servizio.

Tutto questo cambierà perchè con una delibera del gennaio 2009 l’Autorità delle Comunicazioni ha stabilito che a testare la corretta velocità e qualità della banda larga italiana sarà, d’ora in poi, un ente terzo ed imparziale.

Ente terzo che avrà un anno di tempo (a partire dal 1° ottobre 2009) per fornire i primi dati (ad ottobre 2010)

Quasi dimenticavo l’ente terzo individuato dall’Autorità è la storica Fondazione Ugo Bordoni con il fresco neo-presidente Enrico Manca (i socialisti tendono all’immortalità).

Il Comitato dei Fondatori della Bordoni (in sostanza gli azionisti, quelli che cacciano i soldi per mantenerla in vita e che hanno compiti consultivi) è presieduto dal direttore relazioni esterne ed istituzionali di Fastweb Sergio Scalpelli (già giovane comunista, poi craxiano, azionista del Foglio, assessore con Albertini, ora simpatizzante del PD).

Degli altri 9 fondatori uno è il direttore dei rapporti istituzionali di Tre, un altro è un dirigente di Telecom Italia, un altro ancora è il responsabile relazioni esterne di Wind.

In sintesi: l’arcinota abitudine italiana di chiedere all’oste se il vino è buono.

Internet Mobile: veloci quanto vi pare

La velocità dell’ internet mobile a 7,2 Mbit/s (per intenderci “le chiavette” e altro) viene strombazzata a grandi caratteri nelle promozioni e nelle pubblicità, salvo poi pararsi il posteriore con asterischi e relative note facilmente leggibili al microscopio elettronico.

In Gran Bretagna tra il 1 marzo e il 31 agosto 2009 hanno tenuto d’occhio 3.342 connessioni mobili e il risultato è stato impietoso: velocità media in download di 1.1 Mbit/s contro i 7,2 pubblicizzati. Meno di un quinto.

Le chiavette Vodafone ad esempio si sono fermate a 1,3 Mbit.

In Italia lo stato dell’arte è stato messo nero su bianco dall’Authority per le Comunicazioni che in un rapporto del maggio scorso ha ottenuto questa certezza:

Mediamente la navigazione in modalità HSDPA consente velocità teoriche di 7,2Mbps in download e 2,0Mbps in upload.

Teoriche è la parola magica.

(fonte dati)

Se il titolista è Rocco Siffredi

<%image(20092009.jpg|1280|960|badanti patata pensionati)%>Il Resto del Carlino è da sempre grande e preziosa risorsa di titoli, per così dire, azzeccati e di titolisti, per così dire, involontariamente sagaci.

Croce e delizia dei sorseggiatori mattutini di cappuccino (che in occasione dei più imprevedibili di questi exploit rischiano il soffocamento da cornetto), ieri il quotidiano di Bologna è entrato a piedi pari sulla delicata questione dell’assistenza domiciliare agli anziani e delle conseguenti gravi implicazioni sociali e familiari titolando:

Badanti: la patata non può essere lasciata ai pensionati.

Nell’immagine qui a fianco (cliccare per ingrandire) la prova fotografica.

Domini .it: c’era una volta il fax

Fra dieci giorni, il 28 settembre 2009, si avvia la procedura sincrona anche per la registrazione dei domini .it.

In sostanza: allo scadere del primo decennio del ventunesimo secolo, quarant’anni dopo essere andati sulla luna, circa 25 dopo la prima registrazione di un dominio (symbolics.com registrato il 15 marzo 1985), riusciamo a mandare in pensione il fax per la registrazione di un indirizzo internet.

Sì, avete letto bene: il fax.

Un piccolo passo per l’umanità, un balzo enorme per l’Italia.

Lo stile trentino e lo stile romano

Lorenzo Dellai ha fama di essere uno molto moderato, anche nei toni. Gli stessi che ha usato ieri in questa intervista (audio) per “buttare acqua sul fuoco delle polemiche, perchè le case non sono di Trento o del Governo ma degli abruzzesi“.

Invitato a “Porta a Porta” all’ultimo momento per sedere tra il pubblico, ha gentilmente rifiutato non trovandolo utile a nessuno, tantomeno ai terremotati di Onna e dell’Abruzzo.

Con lo stesso stile sobrio ha partecipato lo scorso 22 agosto alla cerimonia di consegna delle chiavi delle prime vere casette ai terremotati di San Demetrio nei Vestini. Sì, le prime case trentine come quelle di Onna sono state consegnate lo scorso agosto ma con Vespa, Porta a Porta e molti italiani in vacanza e quindi fuorigioco e fuori dai tempi televisivi. (fonte: Il Giornale).

Guido Bertolaso, che non è nè sciocco nè sprovveduto, per placare le polemiche ieri ha parlato di “vittoria del Sistema Italia” e del fatto che la Protezione Civile è un organismo complesso e articolato. Ha ragione. Tanto articolato che che fin dai primi giorni dopo il terremoto del 6 aprile ci sono stati attriti tra la Provincia autonoma di Trento (e il suo settore di protezione civile) e il Governo.

A testimoniarlo, in tempi non sospetti (ovvero a maggio e luglio) è uno che in questi mesi ha fatto avanti e indietro tra il Trentino e l’Abruzzo: don Ivan Maffeis direttore del settimanale diocesano “Vita Trentina”.

Il 6 maggio 2009 ad un mese dal terremoto scrive :

Quest’opera «plurale» (delle istituzioni, imprese chiese ed associazioni trentine) è stata subito affiancata dalla decisione di garantire al più presto il maggior numero di case prefabbricate: la Provincia ha così stanziato 4 milioni di euro per le prime 100, contando di raddoppiarle grazie ai contributi dei cittadini. Questa disponibilità del Trentino ha però incontrato resistenze, che hanno portato la Protezione Civile nazionale a riprogrammare gli interventi e a spostarci dal Comune dell’Aquila (e quindi dalle sue frazioni, Paganica e Coppito). Ci sono stati affidati i paesi di S. Demetrio e di Villa S. Angelo, dove circa 300 persone attendono comunque un’abitazione.

Volevano costruire subito le casette a Paganica e Coppito ma hanno incontrato resistenze e sono stati spostati. Resistenze di chi ? E’ risaputo e documentato che per Paganica e Coppito il Governo e la Protezione Civile Nazionale hanno puntato subito sul progetto C.A.S.E. e non sulle casette.

A luglio don Maffeis viene intervistato per un pezzo da “Famiglia Cristiana”. Nell’articolo si scrive:

La disponibilità trentina e la mobilitazione efficiente ed efficace del governo della Provincia autonoma hanno incontrato tuttavia qualche resistenza nel Governo nazionale, mitigata dalla Protezione civile. Nei primi giorni dopo il sisma vi sono stati attriti tra Berlusconi e gli inviati della Provincia autonoma. Ma a Trento non hanno mai colto la polemica, preferendo il silenzio operoso. Anche quando hanno dovuto spostarsi dal Comune dell’Aquila, cioè da Coppito e da Paganica, dove avevano già costruito le gettate di cemento armato per le nuove case di legno, smantellate con le ruspe per ordine del Governo.

In effetti queste sono le foto dei volontari che predispongono i basamenti di cemento per le casette di Paganica mai realizzate.

Don Maffeis dice (sempre a luglio, non ieri): “La Provincia ha incassato con dignità, un comportamento che non è moneta corrente e che anzi si distingue in un contesto dove furbizia è usare di tutto pur di catturare il consenso“.

E poi cita una frase di don Lorenzo Milani: “Fai strada ai poveri, senza farti strada con i poveri”.

Difficile per tutti, soprattutto di questi tempi.

Mettere il cartello-cappello su Onna

<%image(cartello 1.jpg|300|225|cartello onna)%>Era luglio e questo qui a fianco era il cartello all’ingresso del cantiere delle casette di Onna.

Oltre all’insegna della Croce Rossa, che finanzia le case in legno con i fondi donati dai cittadini nella campagna “Pro Abruzzo”, ci sono i nomi dei dipendenti della Provincia di Trento che si occupano del progetto.

<%image(cartello 2.JPG|293|220|cartello onna settembre casette)%>E’ settembre e questo invece è il cartello all’ingresso del villaggio. Notate differenze ? E’ stato aggiunto qualcosa.

Tutti dobbiamo essere felici del fatto che da domani gli abitanti di Onna avranno una casa, anche se provvisoria, dopo quattro mesi di tenda. Questo non può e non deve essere un motivo per smettere di ricercare la completezza dell’informazione basata su fonti e dati.

post scriptum:

Qui la prova di come le prime vere casette sono state inaugurate il 22 agosto sempre grazie ai trentini, a cui il governo ha un po’ complicato il lavoro.

Qui invece il primo post (domenica 13 settembre) sulle casette di Onna.

Qui sotto alcune ulteriori precisazioni in risposta ad alcuni commenti:1)A finanziare le circa 90 casette di Onna è stata la Croce Rossa Italiana con 5 milioni e 200 mila euro frutto della raccolta fondi Pro Abruzzo. Ovvero sono soldi dei cittadini donati alla Croce Rossa. Lo dice la stessa Croce Rossa qui

2)C’è anche un asilo che è stato in parte finanziato con i fondi raccolti dai telespettatori di Porta a Porta.

3)Il terreno dove sono sorte le casette è stato donato dalla famiglia Pica Alfieri (fonte)

4)Il terreno dove costruire le casette è stato preparato dalle imprese associate alla Confindustria di Trento (fonte)

5)le casette sono state progettate e costruite a cura della Provincia autonoma di Trento (fonte)

6) E’ superfluo sottolineare che c’è differenza tra Stato e Governo. Lo Stato si è adoperato sottoforma di cittadini, provincia autonoma di Trento, Croce Rossa. Mi pare che nel caso delle casette di Onna il Governo c’entri poco.

La playlist di Bersani (non Samuele)

Bersani (come video sotto dimostra) ha cantato a squarciagola prima i Nomadi e poi Bennato (yes, il gatto e la volpe).

Ha poi continuato con un Celentano d’annata (una carezza in un pugno) e accennato Arbore (ma la notte no). Si è poi finito e sfinito con i lai lai lai di Generale.

Gli spin doctor che a suo tempo gli hanno confezionato lo slogan congressuale made in Zocca “un senso a questa storia”, dovranno inventarsene un’altra per recuperare il voto gggiovane.

Profondo nord

<%image(gazzettino razziale.jpg|800|494|gazzettino)%>Questa qua a fianco (cliccare per ingrandire) è la home page del Gazzettino di stamattina.

Avanti così e c’abitueremo a tutto.

Il pestaggio di Venezia è avvenuto in concomitanza con la “Festa dei Popoli Padani” organizzata dalla Lega.

Mentre sul palco si susseguivano i sobri interventi di Maroni, Bossi e tutto il codazzo, pare che sette valorosi e volenterosi padani (molto probabilmente saturi di grappa e d’imbecillità) abbiano deciso di improvvisare una ronda. Infatti prima di pestare il cameriere albanese e di distruggere il locale, hanno espletato le formalità di rito con la perentoria richiesta: “fammi vedere il permesso di soggiorno”.

Abili e arruolati. Qui il video.

Berlusconi e la casette di Onna

La cosa più buffa della passerella abruzzese organizzata da Berlusconi (che verrà officiata in diretta televisiva martedì da Bruno Vespa) è che le casette che andranno ad inaugurare ad Onna non c’entrano niente con il Governo.

Le ha finanziate la Croce Rossa Italiana e le ha progettate e costruite la Provincia Autonoma di Trento.

Ad ulteriore conferma: Onna non figura nell’elenco, pubblicato dalla Protezione Civile, delle aree interessate dal progetto governativo C.A.S.E nè in quelle del progetto M.A.P. (moduli abitativi provvisori).

Di più, le casette il Governo a Onna non ce le voleva proprio.

Qui un piccolo aggiornamento.

I salot di scior che fa’ i comunisti

Sottigliezze del bergamasco.

Il titolo viene dal minuto 1.02 dell’anteprima del primo telegiornale in dialetto di Telepadiana.

Oibò, come sottotitoli dimostrano, avevano un certa difficoltà a tradurre “salotti radical-chic“.

Come la vecchia rubrica di Cuore: niente resterà impunito.

La maga dei numeri di Arcore

Da qualche giorno il nonnino 73enne arrapato che nel tempo libero fa il Presidente del Consiglio, sventola in lungo in largo il fatto che lui agli italiani piace così. Lo dimostrano i sondaggi: il 68,6% degli italiani ha fiducia in lui.

Non lo metto in dubbio. Magari è pure il 70, così facciamo cifra tonda.

“I sondaggi” sono in verità “il sondaggio”, quello della fedelissima Alessandra Ghisleri di Euromedia che sarà, come si dice in giro, bravissima e puntigliosa, ma che la domanda del sondaggione in questione l’ha confezionata così:

Domanda : Quanta fiducia Le ispira….
Risposta: …il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: 68.6%

Carletto quanto ti piace il gelato ? Molto ? Abbastanza ? Poco ? Ti fa schifo ? Uhmm no mamma, direi un 68,6% !