Berlusconi targato

<%image(20040531-targa berlusconi.jpg|219|170|Pratica di Mare : targa Berlusconi, Nato Russia)%>

Trovo che nel gesto di scoprire in pompa magna una targa che celebra se stessi ci sia un filo di sublime megalomania e un leggero tentativo di auto-iettatura. Di solito, compiti simili, toccano ai posteri.

In questo areoporto il 28 maggio 2002 il Presidente del Consiglio dei Ministri e degli Affari Esteri On. Silvio Berlusconi ha ospitato la prima riunione del consiglio Nato-Russia. Il solenne vertice dei venti Capi di Stato e di Governo ha aperto una nuova era nella cooperazione per la pace e la sicurezza internazionale.

E’ anche vero che ai posteri di Pratica di Mare e del 28 maggio 2002 potrebbe molto verosimilmente non fregare nulla.

Urbani visto da lontano

This is the most extreme law that been passed against peer-to-peer file-sharing internationally,”. Commento di Robin Gross di “IP Justice” sulla legge Urbani in un articolo su Usa Today.

E’ sempre istruttivo vedere come ci vedono gli altri da lontano. Pizza, mandolino e manette per il p2p.

Cercasi blogger per congresso Forza Italia

Cercasi (non disperatamente) blogger che si sia infiltrato o si infiltri in quel di Assago e ci regali l’attenta fenomenologia della platea di quella cosa che chiamano congresso di Forza Italia, così per sfizio sociologico.

Dejavu

20 maggio 2004 – Sono circa 1.500 i molisani truffati da società italiane e straniere responsabili di connessioni-truffa a Internet, dai costi esorbitanti, tramite i prefissi 709, 899, e quelli internazionali.

Sette delle società coinvolte si trovano in Italia: a Roma, Perugia, Terni, Reggio Calabria, Palermo, Pescara e Firenze. Tre invece sono all’estero, in Gran Bretagna e Romania.

Perchè ho una strana sensazione di dejavu ?

Vendere uova

Suvvia, qualcuno mi dica che questo è uno scherzo, che si tratta di un “fake site“, che è una provocazione, che non c’è nessun ebook e magari Nicola Landucci non esiste proprio. Su ragazzi, che lo scherzo è bello fin che è corto. 🙂

(via dot-coma)

Il blog si mette in fila

Giornate un po’ pressate. Il mio blog prende il numerino e pazientemente si mette in fila.

Bartolo Pieggi, il ritaglista non archiviato

Sono stato un ritaglista, incostante certo, ma pur sempre un ritaglista. Da parecchi anni con l’arrivo di certa tecnologia le cartelline multicolori in cui finivano i miei ritagli di giornale crescono molto lentamente, quasi niente.

Bartolo Pieggi era un ritaglista, un ritaglista con la erre maiuscola, forse patologico. Raccontano Giacomo Papi e Mario Portanova sul numero in edicola di Diario:

“..ogni giorno comprava di tasca sua 25 quotidiani, di cui solo 8 italiani…trascorreva le mattine in redazione a leggere e ritagliare..il pomeriggio andava via presto verso Verlag (casa editrice in tedesco). Verlag era un appartamento non riscaldato…grandi scaffali industriali che ci passava a malapena, due stufette elettriche e un esercito di buste gialle, in ordine alfabetico dove riposavano fiumi di notizie invecchiate. L’ultimo censimento aveva fotografato l’esistenza di 30 mila lemmi.

C’è chi sostiene che metter le mani là dentro fosse un inferno se non eri Bartolo. Per altri i criteri di archiviazione erano aristostelici. Per i primi se cercavi qualcosa su Proust dovevi cercare sotto la lettera “C” di Culi. I secondi assicuravano che bisognava guardare la lettera “S” di Scrittori e la lettera “O” di Omosessuali.

Bartolo Pieggi è morto nel 1990, del suo archivio di notizie si son perse le tracce e in fondo non sarebbe molto utile in questi tempi di database, di sistemi di “document management” e di motori di ricerca.

L’unico piccolo rammarico è che un archivista così appassionato oggi non venga ricordato nemmeno una volta dal più utilizzato archivio del globo : Google.

Fra un paio di giorni questo post, nel suo piccolo, rimedierà al torto.

Ci sarebbero quei tre

Vada per il silenzio stampa, ma sarebbe opportuno verificare che chi di dovere non si sia dimenticato, tra una festa del Milan e l’altra, di tre cittadini italiani ancora ostaggi in Iraq.

La trombo-sedia (vietato ai minori)

<%image(20050320-20040514-trombosedia.jpg|200|194|trombosedia)%>Sì, lo so. Il seguente è un post è catalogabile nella sezione ” cavolate scurrili da bar sport”. Che ci volete fare, a volte capita. Comunque nel malaugurato caso foste iscritti al Moige portate pazienza.

Uno può anche non crederci ma la “cosa” qui a fianco servirebbe per migliorare certe performance sessuali. L’hanno brevettata 3 tizi di Cambridge al CompassInstitute motivandola anche con quest’osservazione :

Beds are the principal place for intimate or sexual activity, but they may have for many people limitations for several reasons. Beds are designed for sleeping and not specifically for engaging in intimacy, foreplay, lovemaking and intercourse, all of which are an occasional secondary function.

Quindi rassegnatevi, i letti son fatti per dormire e basta.

La “cosa” viene pure venduta in diversi modelli per tutte le esigenze e tutte le tasche : c’è il modello standard, quello superlusso e quello economico.

Dimenticavo, per chi vuole c’è pure il rivestimento leopardato. Ah, beh allora.

(via Ipwatchdog)

Firma digitale, pagamento postale

Spiegatemi perchè la mucca fa “mu” e il merlo non fa “me”, poi se vi avanza tempo spiegatemi perchè fullo per poter avere la sua firma digitale deve faticare così :

oggi sono andato alla camera di commercio a richiedere la smartcard con la mia firma digitale, ma non ho potuto ottenerla perchè devo pagarla con un bollettino postale e tornare con la relativa ricevuta (cartacea), putroppo non accettano contanti, carta di credito, pagobancomat o transazioni bancarie di nessun genere.

tra l’altro per ricevere la smartcard mi hanno detto che i tempi vanno da 2 settimane al mese, ma che fanno? incidono bit a bit?

a questo punto inizio a sospettare che come firma digitale loro intendano un jpg con la scansione della mia firma

Solo informazioni, niente morbosa curiosità

Visto che nelle ultime ore le alchimie di Google riversano su queste pagine tanta gente che cerca “ostaggio americano decapitato” o roba simile, faccio una cortesia e riassumo così non perdete tempo :

L’ostaggio americano ucciso si chiamava Nick Berg, aveva 26 anni e veniva dalla Pennsylvania. Non era sposato e lavorava come tecnico nel settore delle telecomunicazioni. Era al suo secondo viaggio in Iraq e aveva già avuto esperienze di lavoro-volontariato in Ghana. Era di religione ebraica.

E’ stato rapito all’inizio di aprile (probabilmente il 9 uno dei giorni più “caldi”) dopo che a fine marzo era stato trattenuto dalla polizia per circa 2 settimane.

Il suo corpo è stato rinvenuto 4 giorni fa alla periferia di Baghdad. E’ stato ucciso da un gruppo fedele al terrorista Al Zarqawi.

Questo è più o meno quello che c’è da sapere.

Se invece, come sospetto, molti sono alla ricerca del macabro video dell’esecuzione devo deludervi: il link lo conosco ma non lo pubblico.

Certe inutili morbose curiosità vanno disincentivate. Se volete trovarlo fate per conto vostro.

Google bombarda Urbani l’incapace

Dopo il Presidente del Consiglio il google-bombing prende di mira l’incapace Giuliano Urbani che finisce dritto lassù al primo posto.

Ai tempi del “miserabile fallimento” la soluzione per evitare di perpetuare ad libitum la figuraccia fu di far girare lontano dalla pagina di Silvio B. lo spider di Google.

Di questo passo con due anni di governo Berlusconi da affrontare e una bella schiera di ministri ancora intonsi è possibile che Google alla fine, suo malgrado, debba girare alla larga dall’intero sito della Presidenza del Consiglio.

La legge 106 e la Rete di questi tempi

Premessa. Io penso che la legge 106/2004 non sia un tentativo volutamente pianificato di limitare la libertà in Rete. Non lo credo avendo dato uno sguardo all’iter legislativo e alle relazioni che accompagnano il provvedimento. Penso sia soltanto una pessima prova di tecnica legislativa. Una volta di più qualcuno non è riuscito a percepire le conseguenze pratiche di ciò che ha prescritto. Forse è il caso di perdonare loro perchè non sanno quello che fanno.

Detto questo distillo la seguente riflessione.

In altri tempi, tempi in cui la Rete al massimo conteneva tonni o branzini, la legge n.106 l’avrebbero letta e maneggiata al massimo in mille in tutt’Italia, tanto per stare larghi.

Oggi sono altri tempi, tempi in cui questa legge 106 viene letta e maneggiata da un pubblico un poco più allargato, se non altro per il dubbio di dover sborsare di tasca propria 1.500 euro per omesso deposito.

In altri tempi la legge 106 così come è scritta avrebbe causato un ampio dibattito tra una quindicina di bibliotecari (giustamente terrorizzati dal vedersi sommergere da una montagna di documenti) con conseguente rimostranza ai piani superiori fin sù al ministero dove avrebbero risolto la questione con una circolarina oppure (molto più probabile) con uno telefonata tranquillizante dell tipo “ sì in teoria è così, ma poi voi sapete come vanno le cose..”. La faccenda sarebbe finita lì e come capita spesso una brutta legge sarebbe rimasta inapplicata.

Oggi, in questi tempi in cui se parli di Rete di branzini non ne capisci un tubo, la legge 106 così come è scritta sta causando ampio dibattito tra decine di migliaia di persone normali (giustamente incazzate di dover dover inutilmente spedire la propria home page per posta ai suddetti bibliotecari) che protestano, mandano e-mail, firmano petizioni, scrivono post. (se non l’hanno fatto lo faranno). La faccenda molto probabilmente finirà con l’assicurazione ministeriale che “le signorie vostre non si preoccupino che nel regolamento attuativo certe tipologie di documenti saranno esentati com’era peraltro già ampiamente previsto“.

Alla fine dei conti se devo scegliere tra la Rete “d’altri tempi” e la Rete “di questi tempi” propendo per la seconda sia per questioni di trasparenza e democrazia sia perchè a me il branzino fà letteralmente schifo.

And the winner is

Il premio “Elementare Watson” va a Cristiano che è stato il più veloce a risolvere l’enigma arrivando alla seguente soluzione:Mxxxxx Mxxx
via mxxxxxx, 36
roma, RM 00100
nato il 12/12/1981

Informazioni addizionali:
– Pratica snowboard
– Suona la chitarra
– E’ Webmaster di un sito
– Utilizza anche Linux
– Ha 2 cugine bone

come ci sono arrivato:

– ho visualizzato tutti gli uploads su desktoproject ed ho visto che il nick MOX era il proprietario dello screenshot

– dallo screenshot si legge il gruppo free.it.sport.snowboard, quindi ho cercato su quel gruppo tramite google gruppi “mox snowboard” ed ho beccato la mail mxxxxx@libero.it

– ho cercato la mail sui gruppi ed ho trovato qualche post in cui si firmava per nome: “Mxxxxx Mxxx”

– In un post ho trovato una firma con la data di nascita: 12/12/81

– ho cercato su google “Mxxxxx Mxxx” ed ho trovato un sito con un webmaster con lo stesso nome: pxxxxxxeventi.com

– ho fatto un whois al dominio e ho trovato l’indirizzo. Per doppia conferma, l’indirizzo email con cui ha registrato il dominio e’ proprio mxxxxx@libero.it, quindi si tratta della stessa persona.

Poi qualcuno si lamenta di Gmail e della privacy.

Sony non ha capito come gira il mondo

<%image(20040511-sony vaio.jpg|160|133|Sony Vaio)%>

Sony cerca di rimettersi in pista nel settore dei supporti musicali portatili (insomma iPod e simili) e sforna il Vaio Pocket VGF-AP1 con un hard disk da 20 GB.

Un bell’oggetto peccato che il cosino legga solo file in formato proprietario ATRAC3 e quindi se vi andasse di ascoltare qualche mp3 dovete prima provvedere alla conversione.

Secondo me qualcuno non ha ancora come capito come gira il mondo.

Dimmi che desktop hai e ti dirò chi sei

Dimmi che desktop hai e ti dirò chi sei: se sei ordinato o disordinato, se sei maschio o se sei femmina, se sei spostato, se hai dei figli, che lavoro fai, che musica ascolti (e se te la sei scaricata con qualche software P2P rischiando di ritrovarti alla porta quelli della RIAA).

Tutte quelle iconcine, lo sfondo, i colori, dicono qualcosa di noi; a volte poco a volte molto.

Ora potrei farvi un tiratone sociologico oppure metter giù un pistolotto sulla privacy nell’era moderna ed invece che faccio ? Faccio che mi metto (e se volete vi metto) a fare lo Sherlock Holmes (sottolineo Sherlock, non John) dei 5 minuti con questo esempio prelevato da desktoproject:

Caro Watson cosa deduciamo ? Direi è il desktop di un italiano/a perchè ovviamente le icone sono in italiano (e fino a qui..). Il “padrone di casa” deve essere qualcuno che lavora in un settore che ha a che fare con il territorio e l’ambiente perchè nella barra in fondo è aperto il programma ArcviewGis e sono presenti delle cartelle con indicazione “VIA” che dovrebbe stare per “Valutazione di impatto ambientale”. Il computer pur essendo usato per lavoro non si trova con tutta probabilità in un ufficio vista l’ora indicata nella barra. Tuttavia il possessore lavora anche con altri computer con diversi sistemi operativi (molto probabilmente Apple) vista la presenza di files eps e la disposizione del cestino in fondo a destra.

Bene, ora se avete capito l’antifona e vi va di giochicchiare due minuti, la sfida è aperta : il primo che manda nell’ordine nome-cognome-indirizzocompleto-età del proprietario di questo desktop riceverà in premio un chilo di formaggio parmigiano-reggiano della latteria doc qui a due passi + bottiglia di lambrusco (se avete gusti più fini vi arrangiate).

Termine ultimo domani martedì 11 maggio 2004 ore 13.

Ovvio che oltre ai dati dovete spiegare come ci siete arrivati. Pronti……via.

UPDATE : Visto che ci sono un paio di problemi tecnici con i commenti, eventuali risposte a questo post vanno inviate in email. Per Cristiano, messaggio ricevuto.

I panni sporchi di Abu Ghraib

Questo è il rapporto completo del generale Taguba sugli abusi operati dai soldati Usa nel carcere di Abu Ghraib. Niente immagini solo parole.

Una descrizione punto per punto di tutte le torture subite dai prigionieri e l’individuazione di precise e pesantissime responsabilità a partire dalla Military Police (quelli delle foto) passando dai bravi ragazzi del OGA – Other Government Agencies (lo pseudonimo della Cia in Iraq, primo mandante delle sevizie per ottenere poi facili confessioni) per finire a chi ha organizzato maldestramente questa guerra mandando dei soldati a gestire un carcere senza alcuna preparazione nè teorica nè pratica.

L’intero documento è pubblico perchè in quel Paese che oggi vede frantumarsi nelle celle luride di un carcere dell’Iraq la propria immagine di grande democrazia c’è da decenni una democratica e bellissima legge (da invidiare) che permette a chiunque di accedere ai documenti statali con rapidità e facilità. Ci sono poche eccezioni alle regole del “Freedom of Information Act” nessuna di queste eccezioni si può applicare in caso di notizie di reato.

Una democrazia lava i propri panni, anche sporchissimi, in pubblico. Speriamo non siano troppi.