17 cose in cui credere se voti Repubblicano

1. Saddam was a good guy when Reagan armed him, a bad guy when Bush’s daddy made war on him, a good guy when Cheney did business with him and a bad guy when Bush needed a ‘we can’t find Bin Laden’ diversion.

2. Trade with Cuba is wrong because the country is communist, but trade with China and Vietnam is vital to a spirit of international harmony.

3. The United States should get out of the United Nations, and our highest national priority is enforcing U.N. resolutions against Iraq.

4. A woman can’t be trusted with decisions about her own body, but multi-national corporations can make decisions affecting all mankind without regulation, especially so if they are paying women less than men. 5. Jesus loves you, and shares your hatred of homosexuals and Hillary Clinton.

6. The best way to improve military morale is to praise the troops in speeches while slashing veterans’ benefits and combat pay.

7. If condoms are kept out of schools, adolescents won’t have sex.

8. A good way to fight terrorism is to belittle our long-time allies, then demand their cooperation and money.

9. Providing health care to all Iraqis is sound policy. Providing health care to all Americans is socialism.

10. HMOs and insurance companies have the best interests of the public at heart.

11. Global warming and tobacco’s link to cancer are junk science, but creationism should be taught in schools.

12. A president lying about an extramarital affair is a impeachable offense. A president lying to enlist support for a war in which thousands die is solid defense policy.

13. Government should limit itself to the powers named in the Constitution, which include banning gay marriages and censoring the Internet.

14. The public has a right to know about Hillary’s cattle trades, but George
Bush’s driving record is none of our business.

15. Being a drug addict is a moral failing and a crime, unless you’re a conservative radio host. Then it’s an illness, and you need our prayers for your recovery.

16. You support states’ rights, which means Attorney General John Ashcroft can tell states what local voter initiatives they have the right to adopt.

17. What Bill Clinton did in the 1960s is of vital national interest, but what Bush did in the ’80s is irrelevant.

Parlami della niueconomi

Dubito, ma se mai un giorno un vostro discendente avesse premura di domandarvi di quella cosa che, all’alba del nuovo millennio, chiamavano niueconomi, voi ve la potreste cavare egregiamente citando un fatto a caso : “pensa che stavano per quotare in borsa Jumpy

Altro che 2 novembre

Va bene abbuffarsi di sondaggi. Va bene sviscerare tutti gli angoli remoti degli Stati in bilico. Va bene tenere il conto dei mille comizi di George Bush e di John Kerry. Va bene tutto, ma lo sapete no che anche questa volta finisce tutto in carte bollate e non di certo il 2 novembre ?

Body Rental, affitasi sudore

Datemi dell’ignorante al quadrato, ma io placidamente non contemplavo, fino a questo pomeriggio, l’esistenza del “body rental” o “bodyrental” tuttoattaccato.

Mi pare di aver capito che non centrando la locazione di reni o il prestito di arti l’osceno neologismo sta a indicare, senza tanta poesia, l’affitto di sudore o di cervello alla prima azienda di passaggio. Una faccenda che puzzerebbe di sfruttamento delle masse lontano un miglio se un’anima caritatevole non l’avesse imbellettata con un po’ di inglese.

Un’anima italiana s’intende, perchè se chiedete a Google qualcosa sul body rental vi risponderà con roba tutta made in italy.

L’esperienza non insegna

Secondo Repubblica, a Nassyria i Carabinieri addestrano le forze di polizia locali per il servizio di ordine pubblico mostrando i video del G8 di Genova. Non ci fosse da piangere, sarebbe tutto da ridere.

Lavorare “alla clemente”

<%image(20041017-alla clemente.jpg|780|83|)%>Taccio per carità di patria nomi e cognomi, ma certi fornitori di servizi oltre ad un corso accellerato di relazioni coi clienti (punto primo : il servizio di assistenza non può essere un inutile e goffo risponditore automatico) dovrebbero fare qualche ripasso sul sussidiario.

aggiornamento: giusto perchè qui Google porta tanta gente un po’ confusa, è bene precisare che si dice “lavorare alacremente” e che un tal Clemente non c’entra ecco.

Vita in formato fototessera

Diego Golberg vive e lavora a Buenos Aires. Ha una piccola passione o se volete una piccola mania. Il 17 giugno di ogni anno fotografa lui e la sua famiglia in formato fototessera.

Lo fa ininterrottamente dal 1968. Questo è il risultato.

Lago Ventasso

<%image(20050311-Immagine 0721.jpg|640|480|lago)%>Lago Calamone alle pendici del monte Ventasso sull’appennino reggiano. Da tener presente che la foto è stata scattata con un cellulare Sagem my-x6.

La bufala degli 8.000 euro di Simona e Simona

Per la serie le stronzate vanno fermate sul nascere.

Sta circolando in Rete in questi ultimi giorni l’ennesima catena di sant’Antonio via e-mail. Aihmè oggetto di questa catena sono Simona Pari e Simona Torretta e il loro presunto stipendio di 8.000 euro – ottomila euro- al mese.

Oggetto: catena per le Simone
Aderisci a una bella catena di S.Antonio
Utilità delle 2 Simone stipendiate 8.000 (ottomila) euro al mese per far le volontarie (mentre i nostri soldati percepiscono meno della metà)……

Per venire incontro a qualche testa leggera che magari ha voglia di sparare su foglio o su web tale idiozia, riporto l’intervista di Giuseppe Pietrobelli del Gazzettino a Massimo Atzu responsabile di “Un ponte per“. Per chi non ha voglia di leggere fino in fondo il vero stipendio è pari a circa 1.500 euro, euro più euro meno.

Qui poi si può trovare il bilancio 2003 dell’associazione.

Ed eccoci alle due Simone, “cooperanti” ed “espatriate”. «Chi si può permettere di vivere senza soldi, soprattutto con un lavoro così rischioso?» spiegano ad «Un Ponte per…» di fronte all’osservazione che le due donne non erano volontarie pure. L’inquadramento è corrispondente ad un terzo livello del settore Commercio (“full time” da 40 ore), aumentato da un’indennità di 225 euro al mese. Il totale? Circa 1.500 euro netti al mese, euro più, euro meno, a seconda del numero di giorni o di festività. In aggiunta vi sono l’assicurazione sulla vita (obbligatoria per le Ong), l’alloggio e i trasporti. Il vitto veniva risolto a Baghdad con una cassa comune, ma si trattava comunque di una cifra modesta.Lo stipendio non cambiava a seconda dei progetti in Iraq (sostegni sanitari, emergenza acqua, biblioteche, riabilitazione scuole, educazione infantile, educazione sanitaria), perché gli interessati rinunciavano ad eventuali stipendi maggiorati che fossero liquidati dagli organismi internazionali finanziatori. La differenza finiva così nel bilancio dell’organizzazione che nel 2003 ha registrato entrate per un milione 869 mila euro (65 per cento di contributi pubblici, 30 per cento fondi da privati) e uscite per un milione 610 mila euro (498 mila euro per materiali di consumo, 940 mila per servizi, 35 mila per il personale, 76 mila per godimento beni di terzi, 65 mila per oneri diversi di gestione).

Millecinquecento euro al mese sono tanti o pochi per lavorare in Iraq di questi tempi, dedicandosi ai poveri, ai malati e ai bambini? «Non sono stipendi paragonabili a quelli italiani per queste qualifiche. Non dimentichiamo che Simona Torretta è capo missione, e Simona Pari è stata a capo dei progetti. E comunque i nostri stipendi sono bassi nel panorama del volontariato. Reggiamo ancora l’urto della professionalizzazione, con una sistema misto che comporta ancora quote di volontariato puro» commenta Massimo Atzu.

Aspettando il botto Jpeg

Non per fare il menarogne, ma ho il dubbio che la vulnerabilità Jpeg dei prodotti di casa Microsoft sia lì lì per far il botto.

Vuoi perchè non moltissimi si sono scaricati “la pezza”, vuoi perchè in giro ci sono già tool belli e pronti (JPGDown.a o JPGDownloader) per prepararsi in casa le jpeg dopate.

Il blog con scadenza

Se anche George Soros tiene un blog, penso che mia zia ultrasettantenne sia pronta per l’impresa.

In verità è un blog altamente deperibile, nel senso che avendo come ragione sociale quella di sfrattare dalla White House l’attuale inquilino, la scandenza sulla confezione si ferma al 2 novembre 2004.

Dialer : essere all’avanguardia

British Telecom blocca 1.000 numerazioni a valore aggiunto perchè il “fenomeno dialer” in Gran Bretagna sta diventando preoccupante, con decine di migliaia di bollette “drogate” e utenti gabbati.

In Italia il problema l’avevamo avvertito da qualche anno.

E’ curioso vedere come in certi settori (di solito quelli da furbi) il mercato italiano è all’avanguardia.

La Guantanamo de noialtri

Forse può apparire un’affermazione un po’ tranchant, ma esiste il picchiettante sospetto che qualcuno abbia intenzione di applicare a Lampedusa il modello Guantanamo: una sorta di extraterritorialità con sospensione delle tutele del diritto internazionale.

Sarebbe bello poi capire dove finiscono e come vengono trattati questi emigranti in clandestinità una volta riportati in tutta fretta in Libia. Se già in Italia i Centri di Permenenza Temporanea (cpt) non sono certo degli hotel a 4 stelle, figuriamoci il trattamento riservato a questi “ospiti” in quelli che il Viminale chiama “centri di accoglienza” in Libia.

Dopo le delocalizzazioni industriali all’estero, sembra tocchi alle “delocalizzazioni umanitarie”.

Non abbandonare le foto di Raffaele Ciriello

<%image(20041004-foto raffaele ciriello small.jpg|250|369|Foto di Raffaele Ciriello fotoreporter - bambina afgana)%>Non so se questo si può definire un appello (e sono sicuro che qualche amico di Raffaele provvederà al più presto se non l’ha già fatto) : il dominio di “Postcards From Hell” è scaduto quindi il sito con i suoi incredibili scatti non è più visibile.

Raffaele aveva registrato a suo nome ciriello.com nel 1998. Il 27 settembre 2004 la registrazione del dominio è scaduta.

Forse è solo un triste problema amministrativo perchè Raffaele non è più tra noi.

Comunque sia, oggi più che mai non ci possiamo permettere di dimenticare lui e le sue cartoline dall’inferno.

Parole di Bush, musica di Allawi

<%image(20041001-bush allawi.jpg|94|120|Allawi copia Bush o Bush suggerisce)%>Copia tu che copio anch’io. Son tempi in cui nella Rete nostrana si fa un gran parlare di plagi e di poco libere ispirazioni. Ma che volete, a quanto pare son bazzecole rispetto ai giri grossi.

Fatti. Succede che Iyad Allawi va a casa di Bush e davanti al Congresso sciorina i gran progressi dell’Iraq, conditi da una sostanziosa dose di complimenti per l’America “pistola e distintivo” di George W.

Succede che molti parlano di una palese passeggiata elettorale pro Bush del primo ministro irakeno.

Succede che qualche giorno dopo il Washington Post mette a confronto certi discorsi e ne vien fuori che qualcuno s’è liberamente ispirato o chissà, magari ha proprio copiato.