Correttori della libertà

<%image(promotori-liberta.jpg|960|450|correttori della liberta)%> (cliccare sull’immagine per ingrandire)

Il brevetto di Google sui ritagli di giornale

<%image(google scanner giornali riviste.jpg|462|580|google scanner giornali riviste)%>Segmenting Printed Media Pages Into Articles. E’ la richiesta di brevetto redatta da Google ad agosto 2008 e venuta a galla la scorsa settimana.

Si tratta di un processo automatico ed avanzato di scansione e riconoscimento testi per layout complessi come giornali e riviste.

Finora nel processo di riconoscimento testi la “segmentazione” è stata la fase più dispendiosa in termini di tempo (e quindi di denaro) perchè spesso richiede l’intervento umano.

Per farla più semplice ancora: prendere la pagina di un quotidiano e ricavarne automaticamente singoli articoli da archiviare. (vedere immagine a lato)

Insomma una specie di ritaglista digitale, la cui utilità ai tempi degli archivi online è difficile quantificare.

Potenzialmente però una di quelle piccole cose che fanno andare di trasverso il caffè a Rupert Murdoch la mattina.

Le vie del signore

Sottotitolo: guerre di religione for dummies

<%image(cristo sigaretta birra.jpg|488|342|cristo sigaretta birra libro testo)%>Mercoledì 17 febbraio a Shillong, città di poco più di centomila abitanti nell’estrema India nord-orientale, un papà (con l’accento) si accorge che sull’eserciziario di prima elementare della figlia c’è qualcosa di strano.

Alla lettera “i” di “idol” trova un’immagine di Gesù con in mano una sigaretta e una birra. (immagine del libro a fianco)

Il papà sdegnato corre dalle suore della scuola privata St. Joseph. Le suore sdegnate corrono dall’arcivescovo, l’arcivescovo sdegnato corre dalle autorità.

Le autorità sdegnate ammettono che non c’è controllo sui libri adottati dagli istituti privati e cominciano a ritirare i testi. Poi vanno dal negozio che ha venduto i libri alla scuola.

Ranjit Singh, il proprietario della libreria, telefona preoccupato e costernato all’editore del libro di testo.

Indra Mohan Jha, proprietario della piccola Skyline Publication di Nuova Delhi, controlla e si scusa immensamente: è colpa del grafico che ha preso l’immagine da internet.

Il giorno dopo, giovedì 18 febbraio, a Jalandhar (2.000 km più a est) nello stato del Punjab al confine con il Pakistan, il comitato per la festività del “Ram Navmi” che si tiene in marzo, fa stampare al piccolo negozio “Bawa Ji Glow Sign” un cartellone con, tra altre, l’immagine di Gesù con birra e sigaretta.

Nessun intento blasfemo, anzi pare si trattasse della promozione di un evento interreligioso. Anche qui molto probabilmente Raju (il proprietario) è rimasto vittima del copia incolla da internet.

La comunità cristiana protesta e proclama uno sciopero per il sabato successivo.Sabato 20 febbraio a Batala, sempre in Punjab, i manifestanti cristiani vogliono che i commercianti abbassino le serrande in occasione della manifestazione. Scoppia un casotto. Secondo la polizia e i giornali indiani un gruppo di cristiani assalta negozi e veicoli e cerca di dare alla fiamme due edifici. Gruppi di indù reagiscono.

Versione confermata anche da una fonte non certo filo-indiana come la Associated Press of Pakistan, che parla anche del tentativo di dar fuoco ad una chiesa ma “damage to the church was minimal as the fire brigade controlled the situation in time“.

Il racconto più dettagliato degli avvenimenti è della stampa di un altro gruppo religioso molto diffuso in Punjab: i sikh.

Un racconto che vede i gruppi cristiani avviare gli scontri, gli indù reagire.

Due giorni dopo, lunedì 22 febbraio, la notizia arriva in Italia. A raccontarla per prima (dal suo punto di vista) è l’agenzia cattolica Fides che parla di manifestazioni pacifiche da parte dei cristiani e di due chiese bruciate e “rase al suolo” dagli indù.

La notizia rimbalza sulle prima pagine dei quotidiani e dei telegiornali. Le chiese bruciate, i cristiani perseguitati, le guerre di religione, eccetera eccetera.

Interviene anche la Farnesina a difesa dei diritti dei cristiani.

In conclusione, c’è una morale in questa storia ?

Forse sì.

Il mondo è un posto complicato e un po’ stupido.

Meglio non avere grafici sbadati.

Così è, se vi pare

Appare chiaro agli occhi anche meno maliziosi che Guido Bertolaso ha scelto.

Ha scelto gli strumenti e le pratiche difensive già messi in atto da Silvio Berlusconi nel caso escort. Una partita tutta giocata sui media, in particolare nel campo berlusconiano per eccellenza: la televisione.

Ieri il bagno di folla con la gente immortalato nei tg, oggi la propria verità affidata a quei programmi che arrivano diritti alla pancia del paese come “Mattino 5”.

In questa legittima strategia difensiva della ricostruzione della propria figura pubblica, i particolari diventano insignificanti, le contraddizioni dettagli irrilevanti, le verità modificabili al prossimo giro di intercettazioni.

E così, come le modalità dell’amicizia di Silvio Berlusconi con Noemi Letizia diventarono oggetto di una decina di versioni diverse (alcune comiche, altre tragiche), le verità sugli incontri di Guido Bertolaso con le massaggiatrici del centro fitness di Diego Anemone rischiano di eguagliarne il primato.

Prima versione della settimana scorsa: “Non conosco questa signora (Monica), né ci sono stati mai con lei appuntamenti di qualsiasi genere“.

Escono delle intercettazioni.

Seconda versione oggi, rivisitata e corretta : “È una fisioterapista che mi sono ritrovato una sera al centro benessere: ero veramente stanco, stavo passando un momento difficile di tante decisioni e tante responsabilità. Dalle intercettazioni viene fuori in modo chiaro che io con questa Monica non ho fatto nulla di illecito o scorretto“.

A valanga

<%image(vittime da valanghe.jpg|600|298|vittime da valanghe)%>Al campo base dell’Annapurna, in Himalaya, le preghiere sventolano sul chorten che ricorda Anatolij Bukreev, grande alpinista morto il giorno di Natale del 1997 sotto una valanga a 5.700 metri. Un anno prima, sull’Everest, aveva compiuto una delle più coraggiose operazioni di salvataggio ad alta quota dell’alpinismo moderno.

In montagna si muore da sempre.

Si muore anche di valanga.

Ma se oggi vi sembra che le valanghe siano l’ennesima emergenza italiana (tanto da richiedere provvedimenti legislativi) è probabile che siate vittima dei meccanismi dell’informazione moderna: sensazionalismo e giorni festivi.

Quella che vedete nell’immagine a fianco è la statistica delle vittime di valanghe dal 1967 ad oggi. Tutto nella media, purtroppo.

Lassù sul chorten dell’Annapurna qualcuno ha scritto:

..from their lofty summits I view my past, dream of the future and, with an unusual acuity, i am allowed to experience the present moment…

E la pulizia etnica non è nei nostri piani

Sto cercando di immaginare in quale paese al mondo, non solo occidentale e democratico, uno apre il giornale e trova che il dibattito politico gravita intorno alla possibilità o meno di fare “rastrellamenti” di immigrati.

Sono Bertolaso, risolvo problemi

10 febbraio 2010. Guido Bertolaso:

“Per non intralciare l’operato degli organi inquirenti ho immediatamente messo a disposizione del Presidente del Consiglio tutti i miei incarichi”

14 Febbraio 2010. Guido Bertolaso al Giornale in merito alla richiesta di sue dimissioni:

«In questa richiesta c’è molta irresponsabilità. Io non sono a capo dell’Ente del Turismo o dei musei nazionali. Dirigo la Protezione civile. E secondo lei, per far piacere a Bersani, possiamo lasciare il Paese senza il numero uno dell’emergenza così, da un giorno all’altro? Se stanotte, domani, accade un terremoto o una tragedia chi interviene a guidare i soccorsi? Lui? Non credo».

Delle due l’una: o Guido Bertolaso è un irresponsabile o è un gran furbone.

Ri-millionaire

Virgilio Degiovanni 10 anni fa:

“Nella mia visione Freedomland sarà un mondo nuovo dove tutto è possibile. Sotto il profilo materiale la futura Fredomland vuole essere un generatore di corrente positiva, uno stimolatore di sogni e di azioni concrete per realizzarli. Una prova che l’ impossibile è possibile”.

Virgilio Degiovanni oggi :

“A Cannes ha inizio un viaggio verso l’infinito…, l’inimmaginabile per moltissimi. Sia là chi vuole essere con me. Non voglio né prego nessun altro. Ma so per certo come si sentirà chi là sarà”.

Questo paese è definitivamente andato in loop.

Kindle-italia.com: il dominio ad Amazon

Pare che Amazon sia entrata in possesso del dominio kindle-italia.com, sito al centro della nota vicenda.

Intanto il gemello nookitalia.com ha ripreso a funzionare.

Pare anche che e-buy4you si sia buttata dalle parti di Google con il sito mondoandroid.com provandoci questa volta con gli smartphone.

Siete avvertiti.

Legittimo sospetto

Ho un paio di sospetti, lievi ma costanti, sugli ultimi fatti di cronaca.

Sospetto che anche questa volta il protocollo Letterman non sia stato applicato.

Sospetto che una parte di italiani sia rassegnata o quasi soddisfatta del sistema “emergenza permanente” in capo alla Protezione Civile perchè le opere vengono su velocemente. Favori, tangenti, corruzione, conflitti di interesse sono solo particolari, conseguenze forse inevitabili a queste latitudini.

Sospetto che questa parte di italiani non si renda conto che così facendo i costi si gonfiano, la concorrenza va a farsi benedire, il debito pubblico cresce e magari tocca mettere mano alle pensioni.

A volte, quasi di nascosto e un poco vergognandomene, sospetto che una parte di italiani sia rassegnata o quasi soddisfatta del sistema perchè, prima o poi, toccherà anche a loro una fetta.

Dire, fare, appaltare

Gli inconvenienti del sistema Berlusconi-Bertolaso (tutto è emergenza e quindi ci pensiamo noi) cominciano a mostrarsi anche all’opinione pubblica più distratta.

Stavolta sono le opere del G8, domani chissà, forse l’Abruzzo.

Uno certo non distratto è Angelo Venti, giornalista abruzzese (uno scassaminchia ?) che in tutti questi mesi non hai mai perso la voglia di approfondire ed evidenziare le storture del sistema “emergenza permanente”.

Roba tipo i subappalti del progetto C.A.S.E finiti al senatore Piccone.

Senatore Piccone che oggi non poteva far mancare la propria vicinanza e solidarietà a Guido Bertolaso.

Si alzi uno e gli dica qualcosa

Nel giorno in cui la strategia dell’ emergenza permanente trova qualche inciampo nell’inchieste della procura di Firenze sulla Protezione Civile, Silvio Berlusconi torna a sparare numeri sull’Abruzzo.

Credo che il signore, ormai piuttosto anziano, abbia mandato a memoria a suo tempo numeri a casaccio e quelli ripeta come se fossero le cifre di un sondaggio Euromedia.

Peccato che invece si tratti di persone in carne ed ossa.

E peccato che in questo strabenedetto paese, i numeri o i dati di fatto non importino quasi più nulla.

Tantomeno al giornalismo.

Silvio Berlusconi 10.02.09:

40.000 persone avevano perso la casa e dopo appena 10 mesi hanno ritrovato alloggio e calore”. Ma abbiamo voluto strafare – ha proseguito – facendo trovare loro il cibo nel frigo ed io personalmente ho scelto le lenzuola”.

Ora tutti i dati ufficiali, dalla Protezione Civile (sì la Protezione Civile) al Comune, dicono che a febbraio 2010 ci sono:

– circa 13.000 persone negli edifici del progetto C.A.S.E. del Governo.

– circa 3.000 nei Map (le casette)

27.000 persone in “Autonoma sistemazione” ovvero che si sono arrangiate da sole a trovare una casa.

– circa 6.000 persone sono ancora in albergo, di cui 3.000 sulla costa.

– altre 2.000 in case sulla costa

1.100 persone in caserma a l’Aquila.

E non è che tutte queste persone siano felicissime delle lenzuola scelte dal Presidente del Consiglio.

Come si sta lì ?

La domanda non è retorica o provocatoria.

Forse solo stupida.

Però è la curiosità sincera di uno che non ha frequentato quei giri da quando faceva la quinta elementare. Forse la terza. E non per il sottile piacere di essere da un’altra parte ma perchè è capitato.

La domanda non è retorica o provocatoria.

Forse solo banale.

Come ci sente oggi ad essere maggioranza in questo Paese ?

E come ci si sentirà tra 15 anni ad essere stati oggi maggioranza ?

Vendere click-sicuri alle masse

Per questa storia di Romani e il “click sicuro” mi sono appena sorbito quasi sette interminabili minuti dell’ Arena. Giletti, Romani, il Moige (no dico, il Moige) tutti in una botta. Roba da rimanerci legittimamente impediti.

Dopo aver visto con i miei occhi e ascoltato con le mie orecchie, trovo conferma ad un sospetto: è l’ennesimo ministro (o facsimile) che va in televisione a vendere aria fritta alle masse catodiche.

Il fantomatico o forse fantasmagorico “Click Sicuro” altro non è che questo software di parental control venduto da 2 anni a 9,90 euro da un’azienda milanese e che ha trovato porte spalancate nelle istituzioni grazie alle sempre attive onorevoli Mussolini e Carlucci.

Romani, Mussolini e Carlucci.

Fate un po’ voi come stiamo messi.