Fino alla prossima indignazione

Prendi un caso di cronaca, preferibilmente nera, facci un post o un tweet (veloce che la tempistica è tutto) generalizza, indignati e invita ad indignarsi.

In questo Matteo Salvini è praticamente un professionista. Ma la schiera di politici (o aspiranti tali) che sfrutta questo schema predatorio per raccattare un po’ di consenso è infinita, e pascola in lungo e in largo per tutto l’arco costituzionale. E anche più in là.

Del destino di quelli coinvolti nel caso di cronaca ci si dimentica presto. Del resto lo schema non lo prevede. Occorre passare all’orrore successivo, alla paura che verrà, al prossimo nemico.

Quasi due mesi fa a Torino, una donna, Concetta Candido, si è data fuoco all’ufficio dell’Inps di Torino perché disperata. Il più veloce, in quel caso, è stato Luigi Di Maio.

Nonostante la lugubre bufala della sua morte messa in circolo qualche giorno dopo i fatti, Concetta Candido è ancora viva. Fuori dall’occhio di bue del teatro della politica, la sua vita continua nel difficile percorso di recupero.

Ad aggiornare sulle sue condizioni, quasi quotidianamente, è il fratello: battaglie, progressi, dolori e piccole resurrezioni. La vita insomma. La vita vera, quella che poco interessa alla comunicazione politica e anche ai commentatori da social, pronti alla prossima indignazione per non annoiarsi.

L’altro giorno Concetta Candido ha ricevuto in ospedale la prima visita di un “non familiare”, uno che in questi mesi, in punta di piedi, ha fatto parte della minuscola pattuglia che si è affezionata al suo destino.

Che quel “non familiare” sia un bravo giornalista non credo sia un caso. A me piace pensare che ci sia ancora qualcuno pronto ad affezionarsi alla vita e alla storia delle persone.

Grazie Gad.

Il granello di sabbia

Il corpo martoriato, bruciato, torturato e sfregiato di Giulio è solo un granello di sabbia. Il dolore, la compostezza, la perseveranza della sua famiglia sono solo un granello di sabbia.

Due granelli di sabbia nel grande deserto umano degli interessi geopolitici che scaldano infine le nostre case e fanno girare le nostre aziende.

Dovremmo essere realisti e accettare il fatto che la vita e soprattutto la morte di un ragazzo di 28 anni non possono pregiudicare la nostra sicurezza economica, politica e sociale.

Sai quante migliaia di egiziani hanno fatto la stessa fine ? Sai quanti ragazzi e ragazze innocenti vengono torturati o uccisi in questo preciso momento sulla faccia della terra ?

Lo so, e puoi anche avere ragione: il mondo è un posto complicato.

Però – te lo dico con l’ipocrisia di chi apre il rubinetto e scende comunque acqua calda – io faccio il tifo perché quei due minuscoli granelli di sabbia inceppino il grande gioco di questi piccoli uomini. Piccoli uomini che si nascondono e si giustificano con le nostre comodità, le nostre paure, le nostre debolezze.

E invece, comunque vada, fino in fondo, fino alla verità.

Le risorse della Boldrini

[Avvertenza preliminare: non si tratta di una reductio ad Hitlerum. O forse sì]

Impiccarono Julius Streicher la mattina del 16 ottobre 1946. Fin sotto il patibolo continuò a proclamare il suo delirio nazista ed antisemita che aveva coltivato per i vent’anni n cui era stato il creatore ed editore del settimanale “Der Stürmer“, l’organo di propaganda preferito da Hitler.

“Der Stürmer” toccò nella seconda metà degli anni ’30 una circolazione di 480.000 copie. Era una lettura popolare e a volte giudicata “estremista” all’interno dello stesso partito nazionalsocialista.

“Die Juden sind unser Unglück!” era il motto stampato ben evidente su ogni prima pagina del settimanale: “Gli ebrei sono la nostra disgrazia!”.

Efferati delitti, crisi economica, stupri, omicidi rituali. Tutti i mali di Germania trovavano su “Der Stürmer” una risposta semplice ed immediata: gli ebrei.

Articoli e caricature, tra cui quelle famose di Philipp Rupprecht, contribuirono ad alimentare tra gli strati più popolari della popolazione tedesca l’odio verso gli ebrei e contro gli amici degli ebrei.

Der Stürmer contribuì a rendere popolari parole d’ordine della propaganda antisemita: ebrei parassiti, portatori di malattie, diabolici.

E “le risorse della Boldrini” ?

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La rotta libica

Con i dati ufficiali dell’ultimo giorno di luglio, dobbiamo registrare che gli sbarchi di migranti in Italia attraverso il Mediterraneo finora sono gli stessi del 2016, quando sulle prime pagine “l’emergenza sbarchi” non arrivava quasi mai.

Il mese di luglio ha visto dimezzarsi gli arrivi rispetto ad un anno fa: da più di 23.000 a 11.000 e rotti. E tutto questo prima che la missione navale italiana davanti alle coste libiche veda la luce o che il codice per l’Ong che operano nel Mediterraneo entri in vigore.

Cosa è successo ?

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