Perchè non possiamo non dirci berlusconiani

Fra vent’ anni, quando questi bimbi saranno adulti, una nuova teologia ci avrà definitivamente indottrinati. In luogo del Figlio di Dio, le masse adoreranno il Padre di Retequattro. Gli ex liberi pensatori, ricordando il motto di Benedetto Croce, spiegheranno i motivi della loro conversione: “Perché non possiamo non dirci berlusconiani”. Spaventate da un terremoto, colpite da un fulmine, atterrite da una rapina, coinvolte in un incidente ferroviario o stroncate da un ictus, invece di esclamare “Gesù, Gesù!”, come usava un tempo, le vecchine d’ Italia invocheranno “Silvio, Silvio!”.

Nello Ajello lo scriveva su Repubblica nel febbraio 1992.

Commentava questo sondaggio.

Voleva essere un pezzo di colore.

Era, inequivocabilmente, una profezia dell’Apocalisse.

Post scriptum: domani c’è il “NO B-DAY” a Roma. E chi riesce ad andarci fa bene, soprattutto a se stesso, perchè in certi tempi c’è bisogno di un po’ di assembramento per non sentirsi marziani solitari.

Temo però che alle buone intenzioni degli organizzatori sfugga un concetto impopolare: tolto Berlusconi resta il berlusconismo.