Casa discografica nepalese

Alle macchine fotografiche digitali ci sono più che abituati. Ai trekker magari scroccano anche qualcosa per lo scatto. Quello che li spiazza è il registratore.

Tiri fuori, clicchi record, imprimi la tua voce “unoduetre prova“. Gli occhi si sgranano, i sorrisi si allargano. Hanno capito il gioco.

E così sullo spiazzo di pietra che si scalda al sole, in attesa del pranzo, ti ritrovi la squadretta dei piccoli nepalesi tutti intorno a cantare le canzoni di scuola e a risentirsi con stupore un attimo dopo, lì dentro il baracchino degli italiani pallidi.

Stupore che si fa immenso quando Monica da brava infermiera estrae dallo zaino l’aggeggio per misurare la pressione. Tutti in fila con il braccino magro magro teso, per quella che è forse la loro prima visita medica.

I sorrisi dei bambini sono la cosa più preziosa che potete riportare a casa da questa terra.

Di certo.