foto di steve garfield

Il parcheggio è mio e me lo gestisco io

Lo pulisco io, lo uso io.

Tra le conseguenze delle grandi nevicate che hanno interessato Boston durante questo inverno c’è il problema degli “parking spot savers”.

Con tutta quella neve in giro, parcheggiare è diventato ancora più complicato. Si è quindi accentuato il fenomeno di chi dopo aver liberato dalla neve uno spazio di parcheggio, per impedire ad altri di utilizzarlo (e di trovarlo occupato al ritorno), ci piazza sopra qualcosa: una seggiola, un tavolo, un bidone e via così.

Il sindaco di Boston, che ha sempre tollerato il concetto “lo pulisco, lo uso”, ha detto che dalla prossima settimana tutti questi oggetti verranno rimossi dal servizio di raccolta rifiuti. Nel contempo ha invitato tutti ad essere collaborativi e tolleranti (e considerare le 48 ore un tempo di privatizzazione del parcheggio da non superare).

Non sono infatti mancati diversi episodi di vandalismo su auto parcheggiate “a sbafo” o litigi tra vicini.

In alcune zone di Boston come il South End, la pratica del “salvarsi il parcheggio” è stata proibita per tentare di conservare il principio di spazio pubblico.

In tutto questo è piuttosto semplice scovare una chiara metafora del precario equilibrio “pubblico-privato” che le nostre economie e società affrontano ogni giorno.

(la foto è di Steve Garfield)

suzanne kreiter

Da Boston a Capracotta

E’ nevicato sì, parecchio. A New York molto meno del previsto, a Boston un sacco, e più su ancora di più.

Io che per la neve c’ho passione, sono indulgente con i toni da fine del mondo che di solito gli americani adottano in questi casi. Del resto sono il centro mediatico del mondo moderno e c’hanno un po’ questo spirito da ragazzini apprensivi e sovraeccitati.

Però, se invece di Lower Manhattan stessero a Capracotta (dove viene giù una badilata di neve ogni anno), sai il casino.

La foto è di Suzanne Kreiter