Salvare gli italiani (alcuni più di altri)

Nelle 74 pagine del decreto legge autonominato “Salva Italia” (peraltro non ancora pubblicato ufficialmente sul sito del governo) ci sono molte cose, anche tecniche, raccontate di fretta dai media molto concentrati su pensioni e ICI (aka IMU).

Poca fantasia L’aumento delle accise della benzina è un classico per far cassa e neanche il governo Monti si è sottratto. Anzi l’aumento percentuale rispetto alle ultime accise è del 13%, quasi un record. In termini assoluti sono quasi 10 centesimi a litro (tenendo conto anche dell’Iva). Dall’inizio del 2011 le accise sulla benzina sono aumentate del 25%.

Facili veggenze. I titoli delle banche in borsa invece festeggiano perchè in caso di bisogno avranno la garanzia dello stato sulle proprie passività. In sostanza: garantiremo con soldi pubblici eventuali sciagurate scelte private. Non è una novità assoluta. Rappresenterebbe una consolazione, non magra, evitare di ritrovarci gli stessi sciagurati banchieri come Ministri della Repubblica fra qualche anno.

Improbabili stratagemmi. Lo Stato incamera le lire rimaste nei cassetti che in teoria si potevano cambiare in euro fino al 28 febbraio del 2012. In questi anni abbiamo favorito in tutti i modi il ritorno dei soldi accumulati illecitamente all’estero con la motivazione che senza incentivi sarebbero rimasti dov’erano. Oggi invece pensiamo che i cittadini che ancora si ritrovano le lire dimenticate in qualche anfratto casalingo (non svizzero) non meritino lo stesso trattamento. Di più: con l’avvicinarsi della scadenza finale si erano moltiplicate le raccolte di vecchie lire da parte di associazioni ed enti noprofit da utilizzare per progetti sociali.