Il “miracolo” dell’Aquila toglie voti a B.

La Provincia dell’Aquila è passata in mano al centro-destra.

Tanto è bastato perchè ministri (Bondi il primo), politici nazionali, giornali e tv si lanciassero sulle urne come prova inconfutabile del “miracolo” di Berlusconi nel post-terremoto in Abruzzo e della gratitudine dei terremotati al premier e al governo (la stessa gratitudine richiesta anche da Verdini in occasione della manifestazione di Roma del Pdl)

Ancora una volta però si tenta di affermare nell’opinione pubblica un’immagine del reale in aperto contrasto con realtà dei fatti e in questo caso dei numeri.

Vediamo perchè.

Partiamo col dire che la provincia dell’Aquila è molto grande e conta 108 comuni.

Di questi 108, solo 42 sono stati interessati dal terremoto e sono inseriti nella lista dei comuni del “cratere sismico“. Epicentro di questo “cratere” è la città dell’Aquila e il suo territorio comunale (il più colpito).

Se si vanno ad analizzare attentamente uno per uno i dati elettorali dei 42 comuni terremotati si scoprono alcune cose:

1) Il centrodestra nel complesso dei 42 comuni si ferma al 46% rispetto al 53% circa del centro sinistra.

2) Nel comune dell’Aquila, cuore del progetto C.A.S.E, il centrodestra va ancora peggio : 42%.

3) Nel confronto comune per comune tra le ultime elezioni pre-terremoto (politiche 2008) e le provinciali del 2010 si nota che in 29 territori il PDL, partito ad immagine e somiglianza di Silvio Berlusconi, perde percentuali che vanno dal 4% al 29%. In altri 13 guadagna (anche se in situazioni particolari).

4) Nel comune dell’Aquila (tenendo conto anche dell’affluenza che è passata dall’80% del 2008 a 62% del 2010) in termini assoluti il PDL passa 16.000 a 10.000 voti (-6.000) e nel “cratere” in totale ne perde 7.738

Di certo una strana e tiepida gratitudine per dei miracolati.

(Potete scaricare una tabella riassuntiva <%media(lorenzoc.net - Aquila elezioni provincia analisi.pdf|qui)%>.)

(i dati sono elborati sono stati presi da qui e qui.)