Telemarketing: la lobby perfetta

«Se le regole consentono una grande influenza dei gruppi più ricchi, ogni riforma sarà minata dal sospetto dei cittadini e dalla faziosità delle scelte e dei voti dei rappresentanti».(Lawrence Lessig)

<%image(telemarketing copia cache di IIP.jpg|800|600|telemarketing nuova legge)%> Con il voto di fiducia di oggi alla Camera, il telemarketing italiano rinasce a nuova vita.

La storia di questa legge che ribalta i principi della privacy italiana è breve ma intensa. E va raccontata tutta.

Va raccontata perchè è un caso da manuale di come pochi siano in grado di condizionare la vita di molti, di come gli interessi di alcune aziende si trasformino velocemente in emendamenti e poi in leggi della Repubblica.

Va raccontata perchè questa è la storia della lobby perfetta.28 aprile 2008 : si potrebbe dire che tutto comincia un anno e mezzo fa a Roma, dove nasce l’Istituto Italiano per la Privacy.

Al di là del nome, giuridicamente è un’associazione senza scopo di lucro come la bocciofila che avete dietro casa.

E’ formata da avvocati, consulenti ed esperti del settore della privacy. Tra directors, sector directors, fellows, sono 30 persone. Più i “soci benemeriti”, che nel 2009 sono cinque, tra cui Microsoft, Sky e Fastweb. Benemeriti perchè sono quelli che mettono più soldi: minimo 10.000 euro (se fanno più di 1 milione di fatturato). Insomma sono quelli che aiutano a pagare le bollette.

26 giugno 2008 : il Garante per la Privacy emette due provvedimenti inibitori nei confronti di alcune grandi aziende italiane per violazione della norma sul telemarketing. Il primo provvedimento riguarda Fastweb , Wind e Sky. Il secondo Fastweb e Tiscali.

16 luglio 2008 : l’onorevole Benedetto Della Vedova annuncia di essere il coordinatore del neonato “Intergruppo Parlamentare sulla Privacy” promosso dall’IIP. A tutt’oggi i deputati e senatori che vogliono iscriversi all’intergruppo devono mandare una mail a:

gruppoparlamentare@istitutoitalianoprivacy.it.

2 settembre 2008 : il Garante per la Privacy pubblica un sintetico quanto deciso comunicato ufficiale sui provvedimenti di giugno: “se qualcuno vuole entrare in casa nostra deve bussare. Così, se qualcuno vuole chiamarci per vendere un prodotto o un servizio, deve avere il nostro consenso per usare il nostro numero telefonico“.

11 settembre 2008 : sul Corriere della Sera esce un articolo in cui il direttore di Assocontact, associazione di categoria dei call center, denuncia che i provvedimenti del Garante mettono a rischio 30.000 posti di lavoro.

2 dicembre 2008 : il senatore del PD Giovanni Legnini presenta un’interrogazione sul telemarketing. E’ in sostanza un copia-incolla di quanto dichiarato da Alberto Zunino (direttore Assocontact) al Corriere della Sera in settembre.

27 febbario 2009 : il senatore Salvo Fleres (pdl), assieme ai colleghi Alicata (pdl) e Legnini, riesce ad infilare un piccolo comma nell’arcinoto ed abusato decreto milleproroghe.

Effetto: fino al 31 dicembre 2009 si potranno usare liberamente i vecchi elenchi telefonici pre-agosto 2005. Il telemarketing italiano è salvo. Almeno per qualche mese.

26 maggio 2009 : alla Camera viene presentato alla stampa il disegno di legge ispirato dall’IIP e firmato dai deputati Benedetto Della Vedova e Sandro Gozi (assistente politico di Romano Prodi alla Commissione Europea).

Ottobre 2009 : il senatore Lucio Malan (pdl), sin dall’inizio membro dell’Intergruppo per la privacy, infila in un decreto in scadenza sugli obblighi comunitari (che nulla c’entrano) un mega-emendamento che riprende i contenuti della legge Della Vedova-Gozi sul telemarketing.

4 novembre 2009 : l’emendamento Malan viene approvato dal Senato. Poca l’attenzione sui media. Anzi sui quotidiani nazionali sembrano trovare più spazio le ragioni in favore del provvedimento. Sul Giornale di Feltri un articolo è a firma dello stesso presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, mentre il 6 novembre a spendersi per il libero telemarketing in libero Stato sul Sole 24 Ore è Alberto Mingardi, presidente dei giovani liberisti dell’Istituto Bruno Leoni (associazione nata nel 2003).

Sorpresa (mica tanto): nel Board dell’Istituto Bruno Leoni c’è Stefano Parisi amministratore delegato e direttore generale di Fastweb che oltre ad essere assiduo frequentatore delle cene di gala dell’IBL, spesso e volentieri fa anche da sponsor. Insomma è uno di casa che paga un po’ di conti.

18 novembre 2009 : la Camera approva in via definitiva, con il voto di fiducia, la nuova normativa sul telemarketing. L’Isituto Italiano per la Privacy coerentemente e legittimamente festeggia.

Del resto, come scrivono sul loro sito, è “l’IIP che ha svolto studi comparati sui modelli di protezione del cittadino dalle chiamate promozionali indesiderate, sia autonomamente sia in collaborazione con grandi operatori del settore telefonico, energetico e televisivo, e ha infine presentato a Deputati e Senatori una bozza di testo per la possibile modifica del Codice Privacy, spiegandone i fondamenti tecnico-scientifici”.

In verità fino a qualche ora fa, nella stessa pagina c’era scritto qualcosa di diverso, ancora presente nella cache di Google del 10 novembre 2009 (vedi immagine in alto): l’IIP ha svolto studi comparati sui modelli di protezione del cittadino dalle chiamate promozionali indesiderate, sia autonomamente sia per incarico di grandi operatori del settore telefonico. Stop. “Collaborazione” al posto di “incarico” e l’aggiunta di “settore energetico e televisivo”. Tanto per essere un po’ più vaghi.

Quasi ci sarebbe da scommettere sul nome di uno dei grandi operatori telefonici (forse il solo ?) che ha dato un “incarico” all’IIP. Io punterei il gruzzolo su uno dei maggiori inserzionisti pubblicitari delle tv e dei giornali italiani. Comincia con la lettera F.

F come Fastweb. Il lobbista perfetto.

ps: nel leggere cosa dice il presidente dell’IIP comincerei a preoccuparmi anche per le email: “la scommessa è trovare una soglia di rispetto della vita privata meno proibitiva di quella attuale. Per esempio mantenere limiti per il tele-marketing, ma allentare gli attuali vincoli per forme di promozione commerciale meno invasive, come i mailing cartacei e gli e-mailing”.

sullo stesso argomento: La partita del telemarketing