Diritto alla Rete

Oggi sarebbe giorno di sciopero, se la parola sciopero avesse un senso pieno per le pagine di un blog.

Forse in effetti è meglio chiamarlo “silenzio rumoroso“.

Silenzio che, guardando l’orologio, ho già infranto. Ma tant’è.

In questi anni molte volte il legislatore italiano, con premeditazione o semplice incoscienza, ha cercato di regolamentare Internet con provvedimenti a volte assurdi, a volte incompetenti, a volte totalmente e fortunatamente inefficaci. Chi ha vissuto (ma anche solo osservato) la Rete italiana in questi anni sa di cosa si sta parlando. Dal decreto Pisanu in giù.

L’ultimo provvedimento “sull’obbligo di rettifica per i siti informatici” contenuto nel già pessimo disegno di legge Alfano sulle intercettazioni non fa che rinverdire questa tradizione e molto probabilmente non ne rappresenta nemmeno il prodotto più pericoloso.

Forse ha ragione Paolo Attivissimo quando dice che “il contrasto alla stupidità non si fa adottando le regole degli stupidi” ma cerco ancora di coltivare una speranza: se quella piccola parte di società civile italiana attiva online riesce a difendere e migliorare gli spazi di libertà ed informazione in Rete, allora non tutto è perduto anche per il mondo là fuori.