Confalonieri e la sharia

Tra i denigratori della perseveranza di Repubblica nell’inseguire il caso Noemi-Berlusconi, ci sono quelli del partito “siete peggio di Novella 2000“.

Partito che vede nella vicenda solo il pruriginoso gossip di avversari politici, bacchettoni a senso unico, che hanno esaurito tutti gli altri argomenti.

Ultimo arruolato in ordine di tempo il Fedele Confalonieri che ha dichiarato al Sole 24 Ore: “la vostra campagna contro il presidente del Consiglio sta superando ogni limite. Avete toccato il fondo. Siamo all’intolleranza, alla sharia, mi pare di stare in Iran…

Tesi: la vita privata dei politici non riguarda il Paese.

Tradotto: quello che fa Berlusconi nel tempo libero sono affari suoi.

E’ un argomento che paradossalmente ha più effetto sugli elettori di sinistra (più laici soprattutto in tema di orientamenti e atteggiamenti sessuali) che su quelli di destra.

Di solito alla tesi “Novella 2000” viene contrapposta l’ipocrisia politica della virtù pubblica e del vizio privato o la necessità etica in democrazia di dire la verità a chi ti ha eletto.

Entrambe le obiezioni sono valide ma, a mio modesto privato e censurabile parere, mancano il bersaglio grosso.

Il punto essenziale è che un politico non dovrebbe avere segreti per il semplice e banale motivo che i segreti sono lì pronti a disposizione dei ricattatori.

E nessuno, nemmeno gli elettori di centro-destra più azzurri di Emilio Fede (e forse nemmeno Fedele Confalonieri), si dovrebbe augurare un Presidente del Consiglio sotto ricatto per i suoi segreti.