Previti, il mio cattivo

Pur non portando più da molto tempo quella sua splendida montatura per occhiali modello generale cileno anni settanta, Cesare Previti rimane “il mio cattivo” preferito.

Non potrebbe essere altrimenti. E credo sia un bene.

Lo dico : se Previti non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

In un mondo in cui l’esaltazione delle sfumature di grigio ti porta a dubitare anche delle colpe di Pinochet, in un cui i mercenari non esistono più ma si chiamano “Private Military Companies” e in cui un po’ di compassione te la suscita anche Vittorio Emanuele di Savoia, beh in un mondo così, che cavolo di “uomo nero” t’è rimasto da raccontare ai nipoti ?

T’è rimasto lui. T’è rimasto Cesare.

Cesare, che ieri ha detto l’ultima sfolgorante battuta del cattivo : “immorale farmi dimettere da parlamentare“. Giuro, ha detto immorale.

Ah, che splendido cattivo, il mio cattivo, con la faccia da cattivo !

Diciamocelo con sincerità: lunga vita a Cesare. Perchè fin tanto che rimane con noi, la mattina, allo specchio, ci sembriamo tutti più buoni.