La classe non è acqua. E nemmeno computer

<%image(scuola informatizzata 1.jpg|530|397|classe del futuro remoto)%> Sulla prima pagina di Repubblica.it c’è la storia, completa di foto, di quello che viene definito come il primo registro di classe online della scuola italiana messo su dall’istituto per geometri “Duca Abruzzi” di Palermo.

<%image(scuola informatizzata 4.jpg|530|397|classe da futuro remoto 2)%>“Basta fare capolino dalla porta per capire che la prima A non è una classe come tutte le altre. Il computer portatile sulla cattedra col quale il prof smanetta in continuazione salta subito all’occhio. Dentro c’è tutta la vita scolastica degli alunni. Assenze e presenze, ritardi e motivi del ritardo. Ingressi a seconda ora e uscite anticipate con relativi motivi. I voti delle singole interrogazioni e dei compiti in classe…

A me invece la prima A dell’istituto per geometri Duca Abruzzi pare uguale a molte altre classi italiane.

<%image(scuola informatizzata 3.jpg|530|397|classe da futuro remoto)%>Se guardando le foto (cliccarci sopra per ingrandire) vi par “figo” e molto “cool” il portatile sulla cattedra, vi conviene allargare la visuale e fare come con la settimana enigmistica: aguzzate la vista.

In quella classe lì, i poveri alunni di cui i genitori sapran vita, morte e miracoli scolastici con un solo batter di doppio clic, se ne stanno con sciarpe e giacconi manco fossero al palaghiaccio e in compagnia di muri scrostati e arredi scolastici (notare l’armadio) che han fatto la guerra del 15-18 (fa eccezione quella che sembra la foto del papa benedicente appesa al muro).

Vada per il pc in ogni classe ma prima, per cortesia, la classe.