Sparare sulla Croce Rossa

Che l’ex commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, fosse un tipo piuttosto loquace già lo sapevamo.

Che facesse fatica a tener la schiena dritta un paio d’ore, forse, ce lo potevamo immaginare.Mattina : “Il tacere agli americani i nostri tentativi di liberare gli ostaggi fu una condizione irrinunciabile per garantire l’incolumità degli ostaggi e nostra, che feci mia sin dal primo giorno, e che trovò d’accordo, quando gliela rappresentai, anche il sottosegretario Gianni Letta. A Baghdad, quando si trattò di riportare in Italia le due Simone, Nicola Calipari, consapevole di questa direttiva si raccomandò con me di non parlarne neppure al generale Mario Marioli, italiano, vicecomandante delle forze alleate in Iraq che, invece, fu informato dallo stesso Calipari dell’operazione Sgrena…..I mediatori – ricorda oggi Scelli – ci chiesero di salvare la vita a quattro presunti terroristi ricercati dagli americani, feriti in combattimento.

Pomeriggio : Palazzo Chigi smentisce di aver partecipato direttamente a questa trattativa a questa operazione, ed è la verità – ha detto al Tg2 -. Questa è un’operazione che abbiamo sempre rivendicato come nostra, i rapporti sono stati gestiti da noi, i rapporti con il personale iracheno, rapporti con i mediatori, rapporti con tutti coloro che hanno fatto in modo, ponendo delle condizioni precise di cui io solo informalmente poi facevo partecipi le istituzioni, di poter concludere nella maniera che tutti sappiamo. Abbiamo curato terroristi? Non lo so, per me erano solo iracheni. Rapporti diretti con i terroristi non ci sono mai stati