La storia dei 105.000 martiri cristiani

Nel giorno di Natale nel nord della Nigeria (a Potiskum, la città più popolosa dello stato di Yobe) sono state uccise in una chiesa sei persone. Altre sei sono state assassinate nella città di Maiduguri.

E’ solo l’ultimo dei molti episodi di violenza etnica, religiosa, politica che hanno caratterizzato il 2012 della Nigeria.

Violenza che ha coinvolto musulmani e cristiani, sia come vittime che come carnefici. Basta scorrere un po’ di agenzie di stampa per rendersene conto.

Lo stesso gruppo terroristico islamico “Boko Haram” ha colpito più volte personalità e luoghi dell’Islam nigeriano, come lo scorso luglio ed agosto con gli attacchi suicidi durante le preghiere del venerdì nelle moschee principali di Potiskum e Maiduguri.

Per chi si vuole fare un’idea più approfondita c’è un recente rapporto di Human Rights Watch.

In Italia la notizia è stata ripresa, in particolare dai media cattolici, evidenziando l’aspetto della persecuzione religiosa mondiale contro i cristiani.E così, come spesso accade, è venuto fuori un numero che ha cominciato a correre un po’ di qua e un po’ di là con un discreto impatto mediatico.

Questo numero è 105.000. E’ la stima per il 2012 dei cristiani morti nel mondo a causa della propria fede.

Il “conteggio” viene oggi da Massimo Introvigne, ma ha una storia più lunga.

Lo stesso Introvigne parla di 105.000 morti cristiani a metà del 2011, come previsione per quell’anno. Sgombriamo quindi il campo dal primo equivoco. Questa cifra non è un conteggio: nessuno si è messo a contare “i martiri cristiani” in base alle notizie di stampa. E’ una stima. Una stima di un anno e mezzo fa.

Come arriva Introvigne a 105.000 ?

Ci arriva basandosi sui numeri di un altro studioso, scomparso nel 2011, David B. Barrett .

Barret ha stimato che nel corso di due millenni sono stati 70 milioni i “martiri” cristiani. Più della metà nel solo ventesimo secolo. Un milione e seicento mila tra il 1990 e il 2000. Un milione tra il 2000 e 2010. Per arrivare a i circa 100.000 annui ha poi diviso per 10.

Se volete approfondire in breve i criteri metodologici adottati da Barret potete leggere questo documento.

Vengono inseriti nel “conteggio” anche le moltissime vittime delle guerre in Ruanda e Congo, o a livello storico un milione di morti per mano del nazismo. Esempi non proprio immediati di persecuzioni religiose contro i cristiani.

In parallelo, se si volessero applicare gli stessi criteri al mondo islamico, dovremmo ad esempio inserire fra i “martiri” le vittime della guerra sovietica in Afghanistan (tra 1,5 e 2 milioni di morti in dieci anni).

Insomma, è innegabile che al mondo si muoia ancora per discriminazioni religiosa e che anche i cristiani spesso ne siano vittime.

Ma seppur importanti, le statistiche a volte (più o meno consapevolmente) vengono utilizzate per supportare la propria personale agenda.

E questa, in un mondo piuttosto stupido e complicato, non è una cosa buona e giusta.