Il social network del capitano Kirk

William Shatner ci mette la faccia, il resto lo fa un liceale di Moorestown, New Jersey.

MyOuterSpace.com è nelle intenzioni un social network per amanti del settore Sci Fi, Horror o Fantasy.

Lo spazio non era l’ultima frontiera.

Polaroid del giornalismo americano

L’annuale rapporto di Pew Research sul giornalismo americano è sempre una lettura piuttosto corposa e ricca di dati.

Una delle cose nuove e forse più interessanti è l’analisi comparata tra le notizie dei media mainstream e quelle di blog e social network. Vien fuori che:

Spesso non si parla delle stesse cose. The stories and issues that win the most attention in blogs and on Twitter differ substantially from the mainstream press.

Che i link vanno quasi sempre verso le stesse fonti. Three outlets alone provided two-thirds (65%) of bloggers’ linked news articles. The New York Times led the pack with 28.7% of the links. The second most popular source was the CNN website (18.9%), followed by the BBC (17.6%).

Comunque per quelli che guardano al sodo un lacunoso riassunto di alcuni dati.

Crolla la pubblicità: nel 2009 i giornali americani (online compreso) hanno perso il 26% di entrate pubblicitarie. Negli ultimi 3 anni siamo ad un -43%.

Più lettori online ma tirchi : + 14% i visitatori dei siti dei giornali americani nel 2009, ma se il proprio sito preferito diventa a pagamento l’85% lo abbandona.

Coda lunga una cippa: il 7% dei siti di news fa l’80% del traffico.

Colpa degli addominali e del sesso orale

<%image(tutta colpa.JPG|700|270|berlusconi tutta colpa dei radicali)%>Mentre Metilparaben ha già messo online il generatore automatico di ricostruzioni di Berlusconi (raccontano di una conferenza stampa al limite del comico) il sito del Pdl detta la linea con il banner che trovate qui a fianco: “colpa di radicali e ufficio elettorale

Intercambiabile con diverse versioni:

Colpa di addominali e sesso orale.
Colpa di mercenari e forte maestrale.
Colpa di funerali e calotta polare.

Ad libitum.

Dove ho messo la macchina ?

Intanto mio fratello, un po’ più in su, pare che sia riuscito a trovare dove aveva parcheggiato la macchina. (cliccare per ingrandire).

<%image(nicola monteorsaro.jpg|604|453|neve macchina sommersa)%>

Tra 25 anni porta il bob

<%image(neve marzo 2010.jpg|450|600|neve marzo 2010)%>Venticinque anni fa, con i miei occhi piuttosto giovani e stupiti, capii che non era una giornata come altre quando vidi passare per la statale Carlo (che ancora abita qui di fianco) con gli sci da fondo.

Quanti e quali ricordi di tutta questa neve si porteranno dietro negli anni i piccoli di casa è difficile dirlo.

Oggi abbiamo le digitali per scattare ogni attimo, oggi abbiamo i social network e i blog per bloccare un momento e condividerlo.

Ricordi più precisi, ma forse meno epici di quelle foto sbiadite in fondo a qualche cassetto e dei centimetri di neve di quell’inverno 1985 che ad ogni racconto, anno dopo anno, sembrano crescere.

Comunque per scoprire come saranno quei ricordi nel mondo che cambia, ci ritroviamo qui nel 2035.

Tutti puntuali, please.

Due fiocchi da 1985

Una di quelle cose, che se non fosse per la schiena e la pala, le sogni da quel lontano inverno del 1985.

<%image(neve alice.jpg|800|600|bufera neve)%>

Ottuagenari digitali

La Regina Elisabetta (classe 1926) esalta i benefici di internet e denuncia il digital divide di cui sono vittima i suoi sudditi. Giorgio Napolitano (classe 1925) in un momento delicato della democrazia italiana, affida il suo pensiero alla Rete.

Potete smettere di cercare di spiegare internet a vostro nonno.

Cabarettisti costituzionali

Ora, so bene che già l’accostamento delle parole “Calderoli” e “ministro” sono una miscela esilarante per i più, ma la trovata che il voto senza il Pdl a Roma e Formigoni in Lombardia sia anticostituzionale è semplicemente fantastica.

Qui tutto s’aggiusta

Siamo nel male e nel bene (ordine oggi corretto) il Paese del “tanto tutto s’aggiusta“.

E quindi anche stavolta.

Berlusconi andrà in tv o in Parlamento (oggi intercambiabili) e ci metterà in mezzo un qualche mea culpa come vuole il Partito Democratico. Poi ci si accorderà sulla soluzione tecnica che molto probabilmente riguarderà anche Bologna, dove fino a ieri la ferrea aderenza alle regole della maggioranza ha condannato la città ad un commissariamento lungo più di un anno.

Magari qualcuno più smaliziato metterà nel piatto della trattativa qualche concessione post-elettorale in enti vari o in Rai.

Ci sarà anche da accontentare i Radicali, sempiterni rompiballe che hanno guastato il giochino di Formigoni e che da anni si battono contro la burocrazia pelosa del processo elettorale. Quindi nuove norme per la presentazione delle liste che favoriscano maggiormente i piccoli movimenti o partiti.

Alla Lega ed in particolare a Maroni toccherà ingoiare qualche rospo in tema di coerenza. L’altro ieri Bossi, quando il casotto riguardava il PDL romano, godeva dei “dilettanti allo sbaraglio“, oggi che il partito rischia la Lombardia parla di “soluzione politica“.

Nel paese del tutto s’aggiusta, una soluzione si trova sempre. O quasi.

Bertolaso e il panino delle olimpiadi aquilane

<%image(scadenze olimpiadi 2018.jpg|452|510|bertolaso olimpiadi 2018)%> Un Sottosegretario di Stato e uomo accorto come Guido Bertolaso, prima di andare in televisione urbi et orbi a proporre un’idea come le olimpiadi invernali del 2018 all’Aquila magari poteva informarsi su qualche dettaglio.

Dettaglio tipo le scadenze di presentazione delle domande (ottobre 2009) come indicato chiaramente nel manuale del Comitato Olimpico Internazionale. Pagina 30.

Perchè a non informarsi sui dettagli, a volte, si rischia di fare la figura di un Alfredo Milioni qualsiasi.

Le-lezioni

Formigoni e combriccola ricordano parecchio quei poveretti che si presentano all’imbarco del loro primo volo extra-europeo scordando il passaporto, ma muniti coscienziosamente di cartà d’identità.

Ma fatemi passare, che vi costa !? Non potete fare una eccezione ?? C’ho la carta d’identità, guardate sono proprio io ! Non vi fidate ??

Ecco, dopo qualche imprecazione propria e di amici o parenti, di solito questi poveri cristi se ne ritornano a casa maledicendo il mondo e se stessi. Ma non ricordo nessuno che si sia messo ad urlare: “dittatura !!”

Il calendario dello statista

Niente Lula, non riesco a venire, c’ho del casino a casa. Ci vediamo più in là. Ciao.

Dal 6 all’ 8 marzo prossimi Berlusconi doveva essere in visita ufficiale in Brasile.

Annullata ieri.

Come spesso accade con l’agenda del Presidente del Consiglio, nessun comunicato ufficiale è rintracciabile sul sito del Governo.

Pare sia per la questione delle liste regionali.

Quando si dice uno statista.

I lunedi’, quelli che odia di più

Quello di lunedì 1° marzo è stato l’ 84° Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi.

Quanti Consigli dei Ministri sono stati convocati di lunedì in questi anni ?

In totale 4.

Il 12 maggio 2008, la seconda seduta, in occasione della nomina dei sottosegretari.

Il 13 ottobre 2008, ma Berlusconi non c’era. Era negli Stati Uniti.

Il 6 aprile 2009. Giorno del terremoto in Abruzzo.

E poi il 1 marzo 2010. In concomitanza con un’udienza di un processo che riguarda il Presidente del Consiglio. Udienza fissata e concordata da tempo con il tribunale.

I legali di Berlusconi, Ghedini in testa, hanno chiesto di rinviare l’udienza perchè il Cavaliere non poteva essere in aula perchè “legittimamente impegnato”.

Quante volte in questi anni Silvio Berlusconi ha presenziato ad una udienza di un suo processo ?

L’ultima sua immagine in un’aula di tribunale è del 17 giugno 2003 quando rese “spontanee dichiarazioni” al dibattimento Sme.

Il ministro Angelino Alfano ha dichiarato: “Il suo orientamento sarebbe di andare in tribunale. Ma non si sottrarrà al governo e non si sottrarrà alla giustizia perchè, quando avrà finito di governare, si sottoporrà ai processi“.

Eppure anche quando era all’opposizione durante il governo Prodi e non governava (2006-2008) Silvio Berlusconi non partecipò a nessuna delle diverse udienze dei suoi processi (Mills e diritti Mediaset).

Se la Cina è vicina

Ho letto lo speciale di ieri sulla censura online in Cina pubblicato dal Global Times di Pechino (quotidiano con editore governativo, ma con una linea non proprio ortodossa).

Autocensure degli operatori, normative appositamente vaghe, chiusure improvvise e senza tante spiegazioni, rimozioni di foto e video, cancellazione di account e distacchi di linea dopo tre “avvertimenti”.

Insomma, quasi quasi mi sentivo a casa.